“Ma è tutto ok” è il disco d’esordio dei campani poveroalbert; tra sperimentazione musicale e scrittura autorale, negli otto brani (più intro) si parte dalla forma canzone per utilizzare influenze internazionali che consentono deviazioni dal percorso.
Poveroalbert traccia per traccia
Dopo un’Intro strumentale particolarmente vibrante, ecco Fallimento, un rock con progressioni geometriche di batteria, con influssi indie e linee rock internazionali. Disparirò tiene a bada le emozioni per tutta la prima parte, ma l’urlo è pronto a partire da un momento all’altro, e infatti arriva.
Improvvisa intimità sotterranea si appalesa con Canzone per la tua sicurezza, piccolo gioiello sottovoce dall’intento narrativo. Minore delicatezza ma sentimenti simili quelli di 5, che verso il finale alza volume e toni. Ma il tutto si quieta di nuovo con Ade, che costruisce un tessuto omogeneo sul quale però si innestano momenti di furia momentanea.
Un altro Ade è legata alla precedente principalmente dal titolo, perché l’atteggiamento e le sonorità cambiano e si fanno più dense e ritmate, con un’evoluzione chitarristica math. Di nuovo calma Avvolte, che mette in evidenza le capacità della band di utilizzare i chiariscuri. Si chiude con Non teme nulla, ancora in progressione, tempestosa, molto potente, che fa pensare ai Verdena più apocalittici.
Ottimo esordio per i Poveroalbert, capaci di mostrare una palette di colori, per lo più scuri, ma vari e con molte sfumature. La band accoglie gli influssi del rock indie internazionale e nazionale ma riesce a offrirne una significativa interpretazione personale.