Premio Panseri 2019: piacevoli scoperte nella canzone d’autore

Sabato 27 luglio a Cairo Montenotte (Savona) si terrà la nuova edizione dell’ormai tradizionale Premio Panseri. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Daniele Lucca, il coordinatore artistico organizzativo del premio.

Come nasce il Premio Panseri?

Già nel giugno 2004 sempre a Cairo Montenotte, per volontà della giovane figlia Floriana Panseri, avvenne il primo tributo a Mario Panseri denominato “Ma dove vanno a finire i sogni della gente come noi”, per ricordare i diversi momenti della carriera artistica del cantautore romano di origini ma ligure per scelta e adozione, prematuramente scomparso: sul palco diversi amici tra cui il sottoscritto, Sergio Secondiano Sacchi del Club Tenco e Roberto Vecchioni che ricordò l’amico Mario regalando aneddoti e alcune delle sue storiche canzoni.

Anni dopo, nel 2015, su desiderio della famiglia Panseri e con il contributo dell’Amministrazione Comunale cairese si organizzò la prima edizione vinta da Marta Delfino con ospite/padrino del Premio Eugenio Finardi, nel 2016 vinse Christopher di Luca e ospite fu Alberto Fortis. Nel 2017 una pausa forzata (e dovuta) e nel 2018, anno in cui arrivo a presentare l’Anteprima del Premio ad aprile (con la musica di Max Manfredi, Cristiano Angelini ed altri e le parole di molti amici ed estimatori di Mario Panseri), con la direzione artistica della brava giornalista Lucia Marchiò e la consulenza della figlia Floriana Panseri e la mia, avviene un vero e proprio cambio di marcia: molti più iscritti, una giuria di veri professionisti del settore di chiara fama, il prestigioso partenariato con il Premio Bindi e con il Club Tenco di Sanremo e ospiti Vittorio De Scalzi e Morgan (padrino del Premio 2018). Edizione quest’ultima vinta dalla romana Agnese Valle.

Che cosa ci si può attendere per questa edizione?

Nel nostro piccolo, una grande qualità generale delle nuove proposte e degli ospiti, sulla falsariga della passata edizione. Gli amanti della canzone d’autore potranno fare delle piacevoli scoperte. In questa edizione si sono iscritti in 38 da tutta Italia, il compito della commissione selezionatrice è stato veramente difficile, selezionarne solo 8 è stato per tutti un compito arduo data la grandissima qualità delle proposte, segno che la canzone d’arte, come amo definirla, è sempre vitale.

Anzi, in un periodo di generale livellamento culturale “critico”, come quello che stiamo vivendo attualmente, vitale lo è sempre di più. Come una sorta di resilienza, di tentativo di risposta, da parte di molti artisti giovani e meno giovani alla situazione attuale della proposta musicale in Italia. E’ necessario guardarsi intorno, essere curiosi, cercare ed ascoltare ciò che avviene fuori dal “mainstream” per scoprire che esistono molti cantautori, che non si adeguano, che lavorano a proposte non banali, che ricercano sulle forti basi del passato i loro personali e nuovi linguaggi in musica.

Con le doverose e assolute differenze storiche e sociali, sento, in qualche modo, come simile a oggi il periodo “culturale” italiano (primi anni ’70) in cui il Corriere della Sera intitolava: “Bravi, bravissimi ma chi li vuole?”, riferito agli sconosciuti ai più: Guccini, Ciampi, Vecchioni (sic!)… Il grande, inarrivabile Amilcare Rambaldi rispose ” Li voglio io…” e nacque il Club Tenco, creando l’oasi della Canzone d’Autore che ha fatto la storia della buona musica d’autore degli ultimi 50 anni, regalandoci Bellezza a piene mani.

Con questo voglio dire: attualmente, sembra che il grande pubblico, come allora, si interessi esclusivamente alla canzonetta pop (con tutto il rispetto per essa), al totale disimpegno artistico,  alla leggerezza più banale, mentre nella realtà non è assolutamente così.

Esiste (da sempre e in tutti i settori) una fruizione più attenta, più preparata, più esigente, più allenata alla Bellezza, che questa Bellezza ricerca, ed è per questo che bisognerebbe tornare ad investire nei talenti , andare a scoprirli, aiutarli ed avere la pazienza che maturino, dando loro più occasioni di mettersi alla prova con il pubblico. Esiste dunque un mercato (che è poi quello della Cultura e dell’Arte) e, a mio umile parere, non è solo una semplice “nicchia”, termine che non apprezzo.

Avremo ospiti sul palco, oltre al grande  Giorgio Conte la bravissima vincitrice della passata edizione Agnese Valle, capace di regalare forti emozioni a ogni sua apparizione. Un talento cristallino e prezioso; il vincitore del Premio Bindi/Nuovo Imaie 2018, il giovanissimo Braschi che, dopo la partecipazione al Festival di Sanremo tra i giovani nel 2017, ha al momento un bel singolo, ha talento da vendere e ha vinto il Premio Bindi/Nuovo Imaie, nostro partner,  dunque lo ospitiamo molto volentieri.

Infine due cantautori “preziosi”, dalla grande esperienza e dal grandissimo talento: il genovese (ma nomade cosmopolita) Federico Sirianni che esordì giovanissimo, invitato da Amilcare Rambaldi  e fu premiato nel 1993  al Club Tenco. Ha una incredibile carriera di “equilibrista” musicale e poetico: già Premio Recanati, Premio Lunezia e Premio Bindi, ha grande Musica e tanta Bellezza da regalare.  Il suo ultimo lavoro “Il Santo”  è un disco da ascoltare e di cui godere con gusto.

E il romano purosangue Pino Marino, esordì al leggendario FolkStudio di Roma anche lui nei primi novanta. Con Mauro Pagani nel 2000 pubblica il primo album “Dispari” con cui si aggiudica il Premio Ciampi, nel 2001 il Premio MEI come miglior cantautore dell’anno,  nel 2003 esce “Non Bastano i Fiori” che lo porterà a vincere il Premio Lunezia (come anche per il suo brano L’acqua e la Pazienza nel 2014) e negli anni a seguire per ogni suo disco, un’innumerevole serie di prestigiosi premi nazionali. Già collaboratore e autore con Daniele Silvestri, fondatore del Collettivo Angelo Mai, ha una carriera costellata di spettacoli teatral-musicali di cui è autore e protagonista, in cui il suo talento e la sua grandezza si esprimono al meglio.

Sirianni e Marino (come anche il loro comune amico Max Manfredi), due ” lucide coscienze del  loro tempo” sono grandissimi Artisti di una generazione, che definisco, in transito durante un grande cambiamento. Entrambi all’esordio negli anni ’90, mentre tutto attorno a loro nel mondo della canzone e soprattutto della discografia stava cambiando ancora una volta.

Tecnologie, comunicazione, mercato, ergo: l’intera società. Accumulano in poco tempo prestigiosi premi, e in quantità, per il loro splendido lavoro, la critica li osanna ma il mainstream discografico non li accoglie come faceva sino a pochi anni prima, nonostante esistesse ancora un “mercato” per loro. Resta il fatto che migliaia di “aficionados” in tutta Italia da anni li seguono, li amano continuando a dare loro fiducia assoluta e sempre impazienti di nuove preziose, belle canzoni e anche noi al Panseri siamo tra quelli…! Ogni loro concerto è memorabile. Prepariamoci dunque a belle emozioni.

Che cosa rappresenta per il premio avere una figura come Giorgio Conte a premiare il vincitore?

Semplicemente un privilegio. Avere uno dei grandi della Canzone d’Autore di sempre a premiare un giovane meritevole…va da sè. Giorgio avrà tutta la seconda parte della serata sul palco a disposizione con i suoi valenti musicisti.

Non ha bisogno di presentazioni chi ha scritto un capolavoro come “Una giornata al Mare”, le sue canzoni sono state cantate da Mina, Ornella Vanoni, Equipe 84, Fausto Leali, Rosanna Fratello, Loretta Goggi, Francesco Baccini, Elio e Storie Tese…ed ha (cosa rara per gli artisti italiani) un pubblico internazionale. Continua con grande successo il suo “artigianato musicale di gran classe” esportandolo in tutto il mondo con grandi soddisfazioni.

Le parole sono, per lui, non solo “ferri del mestiere” di chansonnier ma anche, se non soprattutto, “strumenti” di quella ispirata giocosità e sagace leggerezza che lo ha fatto definire dalla stampa “umorista che sa commuovere ed intellettuale che strizza l’occhio alle persone comuni”. Facendone un artista capace di coinvolgere pienamente, da grande affabulatore ed interprete qual è, il pubblico dei suoi spettacoli. Il suo motto è “…e continuo la mia vita al gusto di tutto…” 

Che cosa ci puoi raccontare dei finalisti di quest’anno?

Di loro sarebbe necessario scrivere con grande attenzione, analizzando con profondità il loro lavoro artistico.

Mi limiterò a definirli con qualche parola ciascuno, senza farne i nomi. Chi verrà a Cairo Montenotte saprà capire a chi le attribuisco. Tutti e otto di assoluto talento, tutti capaci di regalare grandi emozioni in musica, tutti meritevoli di vincere.

  •  Canzoni e storie come “farfalle” che spiccano il volo nel cuore degli ascoltatori, ma dal peso specifico molto importante. Piccoli miracoli della gravità e della poesia. Tutto il mondo in una mano, in uno sguardo, nelle ali di quella farfalla. Delicatezza e Forza.
  • Una rara eleganza nel panorama musicale italiano. Il sentimento umano raccontato con originalità, sensibilità e profondità che riportano ai miti classici che l’essere umano ha già raccontato per intero ma che, in questo caso, vengono attualizzati ed impreziositi perchè imprescindibili. Mediterraneo.
  • Vocalità affascinante e scura, ogni parola è pesata quasi “alchemicamente” nell’equilibrio dei silenzi e della miscela musicale…Canzoni e lirica di grande suggestione per storie importanti. Il talento dei Cantastorie.
  • Nei suoi brani: eleganza “d’antan”, Federico Fellini, il cabaret anni ’30, il teatro, le acrobazie necessarie per vivere, le vittorie e le sconfitte. Un immaginario in musica che rispecchia la vita di un Uomo e, dunque, di tutte le vite. Onirico.
  • Il silenzio come misura essenziale del messaggio, brani come una contemplazione del reale, introspezioni a ricercare coscienza personale ma condivisibile oggettivamente; solenni, affascinanti e tridimensionali profondità in musica. Filosofico.
  • Canzone d’autore dal sound internazionale, introspettiva, matura e fresca, per raccontare sé stessi e la propria generazione in cammino, in cambiamento. Canta liberamente il tempo d’oggi con una voce unica, con semplicità e profondità e tutti colori del mondo in tavolozza. Time is on it’s side.
  • Riflessioni intelligenti e dissacranti, eclettismo, irresistibili melodie come piccoli gioielli che restano in testa, situazionismo contemporaneo in musica, sperimentazione da terzo millennio con accenni ai blasonati predecessori, originalità rara nel panorama italiano. Sorprendente.
  • Una miscela tra sonorità internazionali e suoni italiani contemporanei per storie del quotidiano; le intime avventure di una bell’anima in equilibrio “sul filo” della vita. Con leggerezza ed ironia, ma anche con misurata profondità, sa raccontare il tempo della sua generazione attraverso brani di grande equilibrio. Una fresca brezza primaverile.

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