Il cantautore Protto, sempre in bilico tra serio e faceto, è tornato con un singolo dal titolo Correre. Ecco qualche domanda e risposta.

Cominciamo subito dal tuo ultimo singolo “Correre”, la domanda che ci sorge spontanea è: dopo un anno di vita del tuo disco, quando intendi riposarti invece di “correre”?

Ho troppa paura di fermarmi al primo passo falso… Diciamo che ormai ho preso un ritmo che non intendo abbandonare, una velocità di crociera che tra strattoni e colpi apoplettici mi frastorna con la sua frenesia, ma alla cui vertigine non saprei rinunciare. Del resto è esattamente il tema della canzone: da quando ho cominciato a ballare non posso permettermi il lusso di essere l’unico a smettere, per non essere travolto dagli altri che sgomitano e si dimenano al mio fianco nella stessa corsa.

Trovi delle differenze tra il tuo primo singolo e quest’ultimo? Sono state scritte nello stesso periodo? A quale ti senti più affezionato?

Differenze ce ne sono, sia nello stile musicale, sia nel molto diverso livello di ironia. L’argomento però è lo stesso: un senso di inadeguatezza del mio vivere quotidiano nel mondo e nella società a cui mio malgrado appartengo, di cui sono costretto ad accettare le regole e il linguaggio, pur non riuscendo a condividerli e farli miei. Basta un colpo di pistola e Correre hanno nel mio essere indolente e remissivo il filo comune che li lega.

Correre ha avuto una genesi molto più difficoltosa rispetto a basta un colpo, anche se il periodo è stato lo stesso: la melodia mi venne in mente addirittura nel 2016, ma ci misi più di un anno per arrivare alla stesura di un testo, ispirato da una trasferta di lavoro a Milano, dove ho percepito una frenesia a cui non potevo sottrarmi.

Sono affezionato a entrambi per ragioni diverse, nella misura in cui i due brani rappresentano due mie risposte caratteriali diverse al pessimismo che nutro verso il mondo: da una parte il tentativo di riderci su, dissimulando un cinismo aspro e canzonatorio, dall’altra la constatazione docile di una realtà che non mi piace.

Sei soddisfatto di come sia nato e cresciuto il tuo ep?

Assolutamente sì, non cambierei nulla. Dall’arrangiamento e produzione di Giuvazza, alla realizzazione dei due videoclip, alla partecipazione al _resetfestival di ottobre 2018 e alla promzione costante del materiale.
Ho lavorato sodo, ma non ce l’avrei fatta se non mi fossi circondato di persone fidate e motivate ad indirizzare i loro sforzi in un progetto comune.

Cosa ti aspetti da adesso in poi dalla tua carriera musicale?

Sushi su modelle di intimo, jet privati e cocaina. Ma prima ancora durissimo lavoro e testa bassa. Sono consapevole che questo ep sia stato solo un battesimo che mi ha giusto aperto uno spioncino tra le mura della città. Per raggiungere i miei obiettivi (vedi sopra) devo ancora imparare molto sulle dinamiche di questo mondo che di certo se deve dimenticarti lo fa in fretta. Da questo momento sento che si è aperta una nuova parentesi del progetto PROTTO, un nuovo capitolo, e devo essere preparato e sul pezzo.

Ci sarà possibilità di un nuovo lavoro entro la fine dell’anno?

Sì, assolutamente. Ho materia prima e scalpello con cui lavorarla. Se riesco a mantenere solo la mano ferma evito spargimenti di sangue (mio e copioso). Qualche sorpresuccia potrebbe capitare anche a breve, quindi tenetevi pronti!

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https://www.youtube.com/watch?v=buVtB0QaWws   

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