Neurotik è il nuovo album dei Rappresaglia, la band milanese considerata uno dei pilastri dell’hardcore punk italiano. Il disco, in uscita per Rocketman Records, segna il ritorno discografico del gruppo dopo la pubblicazione di Sopravvissuti (2003).
Nella tracklist, oltre ai 13 brani originali, c’è spazio per la cover di Uncontrollable Urge dei Devo. I testi, sia in italiano sia in inglese, dimostrano una spiccata capacità lirica: vita vissuta, rabbia e speranza sono raccontate con tutta l’immediatezza del punk.
Rappresaglia traccia per traccia
Una partenza un po’ tipo Blitzkrieg Bop arriva con Buried Alive, che poi si sviluppa su territori non necessariamente così aggressivi. C’è un certo dualismo anche in Neurotik World: c’è sì l’energia del punk, ma la base su cui poggia il pezzo è blues-rock anche un po’ vintage.
Più diretta e anche urlata I Hate You, che assomiglia di più a un inno punk tout court. Anche in Bootboy Moonstomp si respira aria da Ramones: si parla di politica, ma non si rinuncia a un po’ di ironia.
Indubbiamente più adirata e tirata Oldies without God. Si passa al testo in italiano con Wake Up, che degrada verso lo ska. Fossili torna invece al punk e a un atteggiamento full frontal (contro qualcuno che, però, a quanto pare, non c’è più).
Con For You si ritorna all’inglese e anche a ritmi più ragionati e meno rancorosi. Harvest time segnala la stagione della mietitura con ritmi rock e cesellature veloci di chitarra (qui più che ai Ramones ci avviciniamo agli XTC).
Dopo la veloce e bruciante Alibi si passa a Fame chimica, su ritmi rock e atmosfere più epiche, quasi da desert rock. Silicone Gods ha toni da satira divertita, con i suoi coretti “shanannannara”.
No Mames rimane di buon umore, con schitarrate a raffica. Si chiude con Uncontrollable Urge, che ha ancora voglia di spingere sull’acceleratore.
Disco interessante da parte dei Rappresaglia, che dimostrano capacità che vanno al di là dello stretto genere di competenza. Ne esce un disco vario e colorato, con buone sfaccettature.