Recensione: Deluded by Lesbians, “Fotoromanzi”

Un album di cover per i Deluded by Lesbians, che ripercorrono con Fotoromanzi numerosi successi schiettamente pop della canzone italiana irrobustendoli nel suono. Pare che il disco nasca da un invito a suonare a un matrimonio e dalla necessità di confrontarsi con i classiconi italiani. Laura O’Clock, Federica Knox e Lara Brixen (questi i nomi dietro cui si nasconde il trio) si alternano alle voci e scambiandosi spesso strumenti e nei loro spettacoli sono soliti indossare buffi costumi di scena mentre interagiscono con il pubblico.
Deluded by Lesbians traccia per traccia
La prima traccia del disco è una versione piuttosto rock, senza sbalzi violenti, di Fotoromanza, ben noto successo di Gianna Nannini, rispettata a livello di struttura. A proposito di classiconi, ecco poi Cuore Matto, grande canzone simbolo di Little Tony, che si presta particolarmente alla versione molto ricca di chitarra della band.
Ma se fin qui ci si era attenuti a un copione tutto sommato regolare, con due pezzi già energici in proprio, con la purtroppo indimenticabile Felicità, firmata Albano e Romina, si fanno due passi nel surreale, sempre sorretti da chitarre tonitruanti. Forse ci sarebbe stato bene anche un cantato un po’ screamo, ma chissà come l’avrebbero presa ai matrimoni.
Un po’ più moderati i toni de Il cielo in una stanza: la canzone di Gino Paoli dimostra la propria elasticità grazie a un buon arrangiamento che non rinuncia ala velocità. Si scava a fondo nelle origini della canzone melodica italiana con Parlami d’amore Mariù, classicone dalle molte vite scritto addirittura nel 1932, ma anche qui non si rinuncia a chitarre di umore allegro.
Molto più recente Serenata Rap, che inaugurò il Jovanotti melodico e romantico, e che qui trova una forma, diciamo così, un po’ semplificata e più lineare. Introdotta da una serie di luoghi comuni su Roma, ecco Vacanze Romane dei Matia Bazar, cantata in un molto improbabile falsetto.
Visto il contesto, non poteva mancare il classico dei classici, cioè Nel blu dipinto di blu: versione tutto sommato sobria (con qualche riferimento corale alla cover dei Gypsy Kings) per l’eterna hit di Modugno. Si chiude ancora in chiave romantica con una versione piuttosto furibonda di Se tu non torni, non memorabile successo di Miguel Bosé.
Un disco sicuramente divertente, nato per sopravvivenza ma sviluppato con criterio. Tutte le controindicazioni degli album di cover sono ovviamente presenti, ma ciò non toglie che l’album dei Deluded by Lesbians si faccia ascoltare con un sorriso anche dal più accanito degli ascoltatori anti-mainstream.