Dov’è che l’ho già visto un dirigibile in copertina? È uscito da qualche settimana Cities, skies, mountains, Seas and other useless things, ultimo album dei Divenere. Pubblicato da Diavoletto Netlabel, l’album è composto da cinque brani che pescano da psichedelia, shoegaze, new wave e suoni indie rock assortiti.
Divenere traccia per traccia
La traccia d’apertura è Miracle, un crescendo prima morbido e poi frenetico nel campo del dream pop. Buone anche le memorie più antiche (per dirne una, il cantato è un po’ floydiano, soprattutto nella prima parte del pezzo). Si procede con Castles, malinconica e morbida, costruita come processo continuo e fluido. Ombre di new wave si mostrano plastiche sullo sfondo.
Terzo pezzo dell’ep è Fever, che si costruisce a partire da un riff di chitarra, con cantato soft e altre sensazioni che si uniscono via via. Le chitarre disegnano percorsi soffici sui quali non è difficile lasciarsi andare.
Paralyzed al contrario è molto più appuntita, anche grazie a un drumming marcato e molto presente. Ciò non leva niente alla complessiva leggerezza del pezzo, che nella parte finale si fa anche più fluido.
Prova sonora piuttosto interessante per i Divenere, che portano su ep buone propensioni al dream pop, ma anche un buon giudizio sulle direzioni da prendere, una buona capacità di scrittura e di assumere scelte sonore sensate.