Uscito pochi giorni fa, Formule è l’esordio del cantautore calabrese Marazzita. L’album è anticipato dal video del brano che dà il titolo al disco, con la regia è di Mario Vitale. Marazzita si propone con otto canzoni meditate ma anche d’impatto, mettendo in evidenza una personalità complessa.
Il 21 ottobre 2011 esce per La Fame Dischi, etichetta che ha contribuito a fondare, il suo primo ep “E’ tutto gratis”. A gennaio 2012 incide, insieme a Michele Maraglino e Corrado Meraviglia, “Oggi sono in ferie”, brano inserito nella compilation “Le canzoni migliori le scrive la fame Vol. 1”. Il 26 giugno 2012 ritorna con “Un balcone coi fiori”, singolo che anticipa l’ep “Mi gioco i sogni a carte”. Successivamente il video di “Vai via da qua”. Il 14 gennaio 2013 pubblica, sempre per La Fame Dischi, l’ep “Mi gioco i sogni a carte”.
Marazzita traccia per traccia
[soundcloud url=”https://api.soundcloud.com/playlists/176447763″ params=”color=ff5500&auto_play=false&hide_related=false&show_comments=true&show_user=true&show_reposts=false” width=”60%” height=”100″ iframe=”true” /]Con un po’ del sangue di Rino Gaetano nelle vene ma anche con l’aiuto di synth evidenti ma non invadenti, Marazzita apre l’album con Formule, la title track. A seguire la rapida e sgambettante Le scarpe, in cui anche le chitarre prendono posto e posizione.
Più calma ma anche più amara Desktop, che cresce d’improvviso a livello sonoro, portando alla mente qualcosa del Battisti più elaborato, e soprattutto in evidenza il fatto che al cantautore non importa soltanto il piano testuale, ma ama affrescare le sue canzoni con panorami sonori articolati.
Con ritmi simil-reggae, Energia cinetica compie il passo successivo, passando rapidamente a ritmi e ambienti leggermente jazzati. Qualche spunto appuntito in un’atmosfera morbida in Ivic, che procede a ondate ma con un drumming piuttosto creativo.
L’artista da giovane apre da cantautore vecchio stampo, con chitarra acustica al collo e un cantato quasi sussurrato. Poi il pezzo si anima progressivamente. Mancanca, al di là del titolo curioso, passa dalla parte dei pezzi intimi e intensi. Si chiude con Tutto ci scorre addosso, che torna a flirtare con jazz e swing, anche grazie all’intervento di un pianoforte “da club”.
Ottimo esordio per Marazzita, che dimostra di sapersi iscrivere alla cantera dei cantautori contemporanei di cui condivide contenuti e forme, senza per questo trascurare i legami con il songwriting tradizionale.