Recensione: Mat Cable, “Psychotronic Drugs”

mat cableNati nel 2014, i Mat Cable arrivano al secondo ep con Psychotronic Drugs, dopo l’esordio con Rise. Band di orientamento garage, il quartetto pubblica un lavoro comprendente cinque canzoni dagli umori diversi. Il disco è stato realizzato presso il Freedom Studio recording di Jolanda di Savoia (FE), sotto la produzione artistica di Michele Guberti e di Massimiliano Lambertini

Mat Cable traccia per traccia

Si parte dall’elettricità sparsa a piene mani in Fight or Hyde, ritmato pezzo dai toni piuttosto garage che mette in pista buona parte dell’energia a disposizione dei Mat Cable. Piuttosto diretta e tesa a colpire Under my Skin, scelta come singolo, che dimostra buona padronanza del mezzo da parte degli strumentisti.

Un po’ più morbido e comunque sempre sotto l’egida della chitarra l’inizio di Thinking Stones, ravvivata da un buon movimento di basso. Il finale si prolunga per lasciare spazio ad assoli e code di vario genere.

The Dance affronta discorsi piuttosto robusti, sconfinando nello stoner e facendo riferimenti ad antiche polemiche con i dj (quale rocker non ha mai scazzato con i dj, in fondo?). Si chiude con Choose your way, Babe, che non sembra propensa né ad abbassare i toni né a fare sconti, richiamando a sé influenze di stampo indie primi anni 2000.

Benché ci sia qualche limatura che si può effettuare, soprattutto nella parte vocale, l’attitudine della band è buona e si intravvedono buoni margini di miglioramento per il futuro.

Se ti piacciono i Mat Cable assaggia anche: Arrows of Time, “Let Go of it All”

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