Gli Slamina sono tre ventenni della provincia Avellinese cresciuti ascoltando i primi due dischi degli Arctic Monkeys. Hanno pubblicato da qualche settimana Black Shaped Way, un ep composto da otto brani di garage punk furioso totalmente autoprodotto.
Slamina traccia per traccia
La prima traccia del disco è Plasticide, inferiore ai due minuti ma già in grado di mostrare alcune delle potenzialità della band, che viaggia in zone oscure con un mood aggressivo e ambiguo. You Croll Me parte su toni quasi hardcore, salvo poi prendere forme diverse e più plastiche.
I’ve got a Monkey Nose che segue sceglie vie molto ricche di drumming ma anche più ragionate, pur senza perdere quella furia che dal primo secondo dell’ep caratterizza la band. A proposito di drumming: molto interessante sviluppo e struttura di Spider Clock, che procede a passo serrato ma con numerosi cambi di passo.
Jellyfish spost l’attenzione sulle varie possibilità della chitarra elettrica, con le radici punk che emergono in modo prepotente. Mystic Pill si rivela tra i pezzi più articolati del disco, nonché fra quelli con un ritmo più moderato. Si viaggia su toni oscuri e aggressivi con Mind to Find, mentre Swamp of Brains and Hypno Frogs chiude picchiando su tasti acidi, con voce filtrata e percussioni roboanti, in un contesto teatrale simil-horror.
Disco molto concreto e interessante quello degli Slamina, che non perdono tempo in quisquilie ma senza per questo risultare né trascurati né frettolosi. L’ep corre in modo rapido e omogeneo, lasciando un’ottima impressione di sé.