Tre Allegri Ragazzi MortiQuattro anni e svariati progetti dopo Nel giardino dei fantasmi, i Tre Allegri Ragazzi Morti tornano a pubblicare un lp di inediti, il prossimo 11 marzo. Si tratta di Inumani, prodotto da Paolo Baldini, ovviamente pubblicato da La Tempesta Dischi, ultima parte della trilogia iniziata sei anni fa con Primitivi del futuro, e anche autentico punto di contatto dei TARM con la musica italiana contemporanea.

Il disco infatti mette insieme alcuni “bei nomi” nell’ambito delle collaborazioni, sia come interventi vocali e strumentali, sia come scrittura dei testi (da Maria Antonietta a Vasco Brondi/Le luci della centrale elettrica, da Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion ad Alessandro Alosi del Pan del Diavolo, da Alex Ingram alla già molto pubblicizzata doppia collaborazione con Jovanotti), ma soprattutto mette in evidenza la voglia di Davide Toffolo e dei suoi di cambiare spartito molto spesso e di offrire un ventaglio il più ampio possibile di sonorità ai propri ascoltatori.

Tre Allegri Ragazzi Morti traccia per traccia

Si parte con Persi nel telefono, rock con qualche stilla pop che lascia spazio a due delle collaborazioni più “sensazionali” del disco: Adriano Viterbini dei BSBE offre spunti interessanti (anche se piuttosto controllati) con la sua chitarra, e poi lo squarcio spazio-temporale che lascia entrare la voce di Lorenzo Cherubini, meglio noto come Jovanotti, che offre un intervento piuttosto contenuto.

C’era una volta ed era bella assume il passo della ballata di respiro piuttosto ampio, con le parole della scrittrice Peris Alati. Torna Jovanotti con In questa grande città (La prima cumbia), ritmi sudamericani e strofe gentili, dedicate a Milano, evento curioso per una band che ha fatto della provincia il proprio motore e la propria forza.

Si passa a Ruggero, scritta da Toffolo insieme ad Alex Ingram: i colori si fanno più scuri, la ballata in questo caso è piuttosto “funerea” e restituisce un po’ dei TARM vintage. Libera è un altro pezzo “all star”: Viterbini e Federico “Tich” Gava alla farfisa, su un testo di Vasco Brondi, per un pezzo dal sapore funk/soul.

Si passa al reggae, secondo abito ormai piuttosto usuale per la band, con E invece niente, scritta da Maria Antonietta. Disponibile si disegna su un giro semplice di basso e su una chitarra dai toni piuttosto aspri, in contrasto con una vocalità serena, per un pezzo scritto insieme ad Alosi de Il Pan del Diavolo.

Ad un passo dalla Luna è uno degli episodi più intimi del disco, non soltanto per le sonorità, ma anche per il tono in cui il pezzo è scritto. Tutt’altro discorso quello de L’attacco, che parla di sbarchi alieni: gli elementi sono semplici, ma il drumming incalza e la chitarra non è da meno, in uno dei brani più diretti del disco.

Molto acida e piuttosto tirata La più forte, ricca di sentimenti non del tutto positivi. Il disco si chiude con I tuoi occhi brillano, il brano più giocoso e a briglia sciolta del disco intero, con qualcosa di un antico Battiato che sembra emergere nella ritmica.

Con una carriera che ormai rappresenta una delle architravi della musica indipendente italiana, i Tre Allegri Ragazzi Morti non hanno più molto da dimostrare. E infatti Inumani sembra appunto questo, l’album di una band non particolarmente sotto pressione, che cerca di mettere sul piatto quello che ha da offrire oggi, che si diverte a coinvolgere amici e anche personaggi apparentemente lontani dal proprio mondo, cercando scintille e ispirazioni anche all’esterno.

Il disco probabilmente non sarà ricordato come il migliore della carriera dei TARM, tuttavia appartiene alla categoria degli album che acquistano significato dagli ascolti multipli. E questo è un connotato tipico soltanto dei dischi forti.

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