Si chiamano Zagreb e sono nati a marzo 2014 nella zona di Treviso e Padova: la band, un quartetto, si è affidata a Manuele Fusaroli (The Zen Circus, Bugo, Giorgio Canali), assistito al banco da Federico Viola, per la produzione di Fantasmi ubriachi, il primo disco, che punta dritto su sonorità rock a volte anche piuttosto aggressive.
Zagreb traccia per traccia
Si parte da Dentro una scatola, che si muove su ritmi molto alti e su idee di rock molto accelerato. Più ragionata Frammenti, che pur non abbandonando modi e tempi del rock si ammorbidisce leggermente rispetto alla traccia d’apertura. Drumming in grande evidenza fin dalle prime battute di Medusa, che poi lascia spazio anche a voce e chitarra in un flusso continuo e intenso.
Fuori da qui al contrario parte da un cantato piuttosto concitato e filtrato, per poi di nuovo far emergere le attitudini rock più aggressive della band. C’è bisogno di una pausa, e infatti Sputo d’asfalto si impegna a provvederla, posto che il pezzo non è esattamente una ballad, ma un semplice rallentamento di ritmo che si impegna ad allargare un po’ le sonorità per uscire dal tunnel fin qui percorso.
La pausa meditativa coinvolge anche Non è colpa tua, che affida alla chitarra alcuni ricami finali. La parte più bella del pianto rimescola i ritmi e instilla qualche dubbio nel suono, pur presentando parti piuttosto granitiche all’ascolto. Si torna a correre e picchiare con Girami la testa, che punta su qualche stop and go prima di affidarsi alla chitarra per irrobustire una volta di più il sound. Traccia di chiusura Il tuo tempo, che tra sample e frasi ripetute a loop presenta anche un lato piuttosto alternativo della band.
Un disco veloce, dai buoni ritmi, ricco di giusta cattiveria: gli Zagreb mantengono il proprio sound sporco abbastanza da rendere interessante la maggior parte delle tracce dell’album.