Dieci anni dopo l’ultimo disco di inediti, Riccardo Maffoni pubblica Faccia, disco da quattordici canzoni che condensa il lungo tempo dell’attesa. Il cantautore di Orzinuovi mette a fuoco le proprie fascinazioni rock’n’roll con testi spesso ricchi di contenuto.
«Quando sono entrato in studio per lavorare a questo nuovo album avevo solamente la convinzione di registrare canzoni che parlassero di tutto quello che c’era stato nella mia vita dal mio ultimo album di inediti uscito nel 2008 a oggi. Volevo raccontarmi, senza sconti, senza risparmiarmi».
Riccardo Maffoni traccia per traccia
Si parte da un brano dai profili decisi e duri, soprattutto a livello di testo, Provate voi, sorta di sfida diretta ai nostri privilegi e alla nostra inesistente capacità di capire i problemi di chi arriva da un altro continente. Il rock che accompagna la voce porta sapori elettrici e americani.
La title track Faccia provvede a spegnere un po’ la rabbia, raccontando in modo autobiografico e travestendosi un po’ da ballad ma senza esagerare con l’intimità.
Qualche riferimento anche al rock italiano emerge in Cambiare, che convoglia parte della propria rabbia su suoni che vanno all’oscuro. Si torna tranquilli e in isolamento con L’uomo sulla montagna, che parte molto moderata prima di lasciare spazio a qualche esplosione.
Giri semplici e qualche scintillio in Sotto la luna, mentre Quello che sei rimette in luce il lato “romantico” del cantautore, con aspetti tradizionali e un rilievo maggiore per la voce.
Anche Le ragazze sono andate affronta versanti malinconici, con l’aiuto quasi esclusivo della chitarra. Mi manchi di più va quasi sul confidenziale, con qualche supporto sintetico.
Sette grandi torna al rock’n’roll, con profili divertiti e un pianoforte tambureggiante. La mia prima constatazione mantiene un ritmo abbastanza sostenuto, ma con un lato morbido e sentimentale.
Il mondo va avanti si mostra su cadenze regolari e con gusti notturni. Senza di te affronta la fine di una relazione con toni poco ricchi di speranza.
Dopo lo strumentale Scala D, ecco il pianoforte di Tommy è felice, chiusura “cantautorale” e narrativa di un disco che ha avuto momenti emozionali anche molto diversi.
C’è una concezione antica della canzone e dell’album all’interno del lavoro di Riccardo Maffoni, che non a caso ha impiegato un tempo piuttosto lungo per confezionare questo lavoro. Il risultato ha sapori tradizionali nel senso migliore del termine, con un’attenzione al particolare che non sempre si riscontra nei lavori più up to date.