Blerum Blerum è il secondo album composto, arrangiato e suonato dai Rinunci a Satana? Prodotto da Fabio Intraina al Trai Studio di Inzago. Il titolo è dedicato ad uno dei racconti del Libro di Taliesin.
“Al suono onomatopeico prodotto dall’indice passato su labbra soffianti, come plettro percuote corde di chitarra. Sberleffo indotto dal magico fanciullo-vegliardo-senzapadre nella mente di chi tesse le lodi dei potenti e replicato da questi in faccia al Re.”
Chitarre, batteria, ekoTiger e synth, gli strumenti utilizzati. Due soli gli esecutori, per un caleidoscopio musical-temporale settato perlopiù nel quadriennio ‘69/’72. Plagi e ruberie inclusi. Echi di Black Sabbath, Led Zeppelin, Hendrix, Rovescio della Medaglia, R. Johnson, ELP, Amon Duul II e Raccomandata Ricevuta Ritorno, a volte echo e basta.
Rinunci a Satana? è un power duo del milanese nato nel 2013 dalla commistione tra: Damiano Casanova (Il Babau e i maledetti cretini) chitarra e Marco Mazzoldi (Fuzz Orchestra e Bron y Aur) batteria. Nel 2015 esce il primo album omonimo: Rinunci a Satana? Poco dopo i due RaS? rientrano in studio per lavorare al loro secondo full lenght.
Rinunci a Satana? traccia per traccia
Si apre con Valhalla rising, un’emersione elettrica e potente che porta in gioco dinamiche magmatiche ma anche molto dirette.
Passi più pesanti quelli de La Veneranda Fabbrica del Doomm (titolo che ai non milanesi potrebbe suonare incomprensibile: si tratta di un gioco di parole con “La Veneranda Fabbrica del Duomo”, impegnata in modo costante a preservare la cattedrale dall’ingiuria del tempo).
La suite da oltre otto minuti sviluppa una potenza di fuoco molto notevole, svariando di momento in momento da situazioni hard rock a iniziative che si avvicinano al progressive.
Ci si trova poi di fronte a una curiosa (e per me inedita) situazione, cioè due canzoni consecutive che si chiamano nello stesso modo, cioè Blerum: la prima sviluppa idee che si spingono fino allo psichedelico, con la chitarra in grandissima evidenza.
La seconda Blerum apre su canoni simili ma si muove in modo molto più corale e rock’n’roll, anche se poi la sei corde torna al centro della scena nella seconda parte.
Salice Mago è meno aperta e un po’ più sommessa, pur non rinunciando a fare un certo rumore.
Si cita Remarque con Niente di nuovo sul fronte occidentale, lungo episodio ribollente e torrido di drumming.
Molto più giocoso, più progessive e più saltellante il mood de La serata del Gourmet, che si lascia andare a tirate piuttosto affilate, alternate a momenti quasi da tarantella.
Si sente la voce, ma è piuttosto curiosa, all’interno di Chi sta scavando, un rock blues che quasi sconfina nel boogie, senza perdere di vista i parametri rumorosi tipici del disco.
Dr. Tomas ragtime blues si rifà a una tradizione lunga e nobile per chiudere con un certo godimento l’album.
I Rinunci a Satana? si confermano band di interesse, con suoni granitici ma non monolitici e con un certo spirito ironico che permea molte delle loro creazioni. Ne esce un disco plastico, sfaccettato e multiforme che può piacere anche ai non integralisti.