La recensione: “Klar”, Fabrizio Basciano #TraKs
Quarto album per Fabrizio Basciano, che dopo Dal Caos all’Armonia, Le 7 perle di Belzebù e la raccolta 8 pezzi brevi, pubblica Klar, che racchiude brani elettronici, elettroacustici, pop, pop progressive, rock e cameristici (in fondo all’articolo lo streaming via Bandcamp).
Il disco contiene otto tracce, a volte cantate e a volte strumentali, che si avvalgono della collaborazione di Valentina Ielà e Salvatore Perri (voci), Giandomenico Ferrise (chitarre), Antonio Matarazzo (pianoforte) e Linda Adamo (violino). Da notare anche il ringraziamento a Franco Battiato “per i preziosi suggerimenti”.
Si parte con Lucid Dream, che ci porta in atmosfere vagamente fiabesche e piuttosto progressive (con qualche eco Pfm che si avverte in modo chiaro).
All your possibilities esplora mondi non molto distanti da quelli del brano precedente, ma facendo leva in modo maggiore sulle possibilità delle voci e dei cori.
Who made the ancient world può assomigliare al pop raffinato, con un interessante duetto vocale e una ritmica piuttosto articolata. Tesla non ha nulla a che fare con l’omonimo gruppo heavy metal, benché faccia uso di chitarre elettriche, ma introduce anzi un’atmosfera generalmente piuttosto morbida.
Oltre il confine torna in ambito rock-pop, mentre Neue Welt fa un passo indietro destrutturando il discorso e costruendo strade dalle numerose biforcazioni.
Molto più aggressiva Menti vuote, che porta in dote un’attitudine da cantautore rock non sempre palese nel resto del disco. La breve composizione guidata dal pianoforte Self-awareness (a mia madre) costituisce l’ultimo passo del disco.
Il disco prende programmaticamente direzioni differenti in contemporanea: forse uno sforzo più mirato avrebbe portato maggiori vantaggi, ma la varietà e la versatilità non sono mai un male.
La prova va giudicata nel complesso in modo positivo, alcuni spunti offerti dal disco saranno senz’altro sviluppati sui prossimi lavori di Basciano. L’aspirazione e la voglia di pensare in grande sono senza dubbio tra i meriti maggiori del disco e del suo autore.