SHORTRAKS, rieccola qua: la tua rubrica preferita, con tre recensioni in breve di dischi che ti potrebbero essere sfuggiti, torna. Ecco Indicative, Redrum04, Suite 11
Indicative, III
Ispirato a un antico poema indù, irrompe dai sotterranei rock di Palermo il ritorno degli Indicative, con un concept album hardcore potente, carico di inquietudini esistenziali. III – awake existence decline (Qanat Records/Pistacho) arriva a quattro anni di distanza dal precedente 5 shots // Yellow Sky e a otto dall’omonimo album di debutto. Si parte all’alba, con una Dawn che apre tranquilla e poi sale di tono e di livello, aprendo le porte a influenze progressive (di marca King Crimson). Invece Light & Shape si rivela più integrale al post rock, con insistenze e potenze ribollenti. Human Consciouness vive momenti differenti, a volte è preda dell’iterazione, a volte esplora ambienti neutri, con una voce da stazione che introduce idee più morbide e attenuate. Ma il finale non è né morbido né tenue, anzi vede emergere istintualità psichedeliche.
In Decadence si attraversano momenti di calma iniziale dai quali si esce a forza di drumming. Si approda così a estremismi chitarristici e hardcore che in fondo sono gli stessi condivisi da una molto tirata And the Sky Turned Red. Si apre con la pioggia, presumibilmente rossa, We Get What We Deserve, con un giro ossessivo e una certa acidità diffusa. Una calma oscura si impadronisce di Dissolution, almeno finché non riemergono istinti primordiali e battenti. A chiusura del disco arrivano le due parti di Collapse, la prima delle quali parte fortissimo, si addormenta un po’, si perde in alcuni meandri dai quali si esce con la seconda parte, quasi marziale nel suo incedere. Gli Indicative riemergono con un disco forte e consistente, suonato quasi con violenza e rabbia primordiale, ma anche con evidente chiarezza di idee e di intenti.
[bandcamp album=2936961158 bgcol=FFFFFF linkcol=4285BB size=venti]Redrum04, A New Era
L’alternative rock band italiana Redrum04 ha reso disponibile in streaming il suo nuovo album A New Era via This Is Core. A proposito del nuovo lavoro, la band spiega: “’A New Era’” rappresenta un nuovo punto di partenza, un nuovo inizio. Descrive appieno la nostra evoluzione. È un album potente e incalzante e allo stesso tempo ricco di sfumature e aperture melodiche. È il risultato dato dall’unione delle nostre passioni, delle nostre gioie, dei nostri dolori, della nostra rabbia e del nostro impegno trasformati in musica. Ognuno di noi è stato indispensabile nella realizzazione di questo progetto, che altrimenti non sarebbe mai nato. Adesso non vediamo l’ora di sapere cosa ne pensate”.
Il disco si apre con Zero Dark, rock diretto e molto elettrico, con punte gridate ma anche un certo senso per la melodia. E a proposito di melodia ecco Dirty Consequence, che ha un battito non sempre regolare e un’esplosività mediata. Si torna a sensi molto metal e molto elettrici con No Fear, protagonista la chitarra. Si torna a rallentare un po’, senza abbassare il volume ma introducendo il piano e anche gli archi, con Wise. Si viaggia in ambito post grunge con Fake, che risulta comunque fra le più “heavy” a livello di suoni. Ma l’alternanza tra luce e ombra prosegue con Of Lights and Shadows, ballad tutta melodica. Finisce a scudisciate di chitarra Wake Up, mentre Stay viaggia alto per quanto riguarda la vocalità. Tracce di elettronica nell’apertura di New Day, che però fiammeggia di chitarre molto presto. Si chiude con Sebastian, tempestosa e ricca di pathos. Senza tirarsi mai indietro quando si tratta di fornire impatto, i Redrum04 mettono insieme un disco di potenza notevole, senza trascurare mai un lato melodico piuttosto cospicuo.
Suite 11, Heart, mind and shadows
Heart, mind and shadows è il il primo album dei Suite 11, prodotto da Edizioni Musicali 22R. Il duo nasce dall’incontro degli amici e colleghi musicisti Manuel Moscaritolo e Salvatore Ercolano. “Il disco tocca sonorità penetranti e suggestive, ruvide ma zuccherate: un contrasto che si avvicina moltissimo alla realtà quotidiana, servito in modo diretto e sincero per coloro che vorranno partecipare all’ascolto di musica come vita vissuta”.
Dopo You’re My Heaven, introduzione melodica ma anche a più fronti del disco, ecco un rock più quadrato con Illogical Song. No Rules allarga un po’ gli orizzonti e mostra un arrangiamento più pop, con il synth che si appropria di qualche spazio. Destiny è un pezzo fluido, in linea con le coordinate rock alternative internazionali. Suggestiva Perfect Time, voce e chitarra e un piglio da desert rock. Invece Shadows è uno strumenatle che recupera in termini di elettricità e di assoli di chitarra, come neanche nei dischi metal 80s.
Rock This World sa quasi di anthem, con il cantato che vibra un po’ e le atmosfere leggere e ariose. Sorry torna a idee più intime, con un sapore da cantautorato americano. Breath it prosegue il discorso con velocità ma senza fretta, in un altro pezzo molto “aperto” e molto suonato. Tempo di calmarsi un po’ con You, ballad acustica, prima che lo strumentale Reeve chiuda un disco dalle molte qualità. Esattamente che cosa voglia dire il cavallo bianco della copertina, che potrebbe essere quella di un gruppo new romantic anni 80, non si capisce. Ma i Suite 11 pubblicano un disco con le idee chiare, spesso pop ma ben scritte e ben eseguite.