Nuovo album di inediti per i Sibirka, che prendono a prestito una frase di Victor Hugo per battezzare La notte è meno nera dell’uomo, su etichetta Seahorse
Recordings, distribuito da Audioglobe. Prodotto artisticamente dai Sibirka stessi e da Paolo Messere (Blessed Child Opera), l’album è un disco di rock d’autore, con un’evoluzione e un cambiamento netto dalle sonorità rispetto al primo disco.
Sibirka traccia per traccia
Il cantico del fuoco apre il disco su note rock che aspirano a un certo grado di epica, con un crescendo ritmico e sonoro piuttosto esplosivo. Si procede poi con Ombre, in cui la tensione sale ancora di qualche grado, con sonorità in questo caso anche più dirette.
Si rallenta un po’ con Ruggine, almeno finché non si entra nel cuore del pezzo, rumoroso ed elettrico, con qualche grado di parentela con certa New wave anni Ottanta. La resa riprende il percorso con un’attitudine aggressiva, confermando la linea di congiunzione con le band di rock d’autore (Marlene in particolare) più nobili. Come un replay si qualifica per tinte oscure, materiale melodico rielaborato e filtrato attraverso umori neri.
Nuova rincorsa per Il Naufragio, che fa di nuovo leva sulle chitarre per proporre un pezzo energico e con buone linee di basso. Segnali più indie/alternative nella discorsiva Parlatemi, carburazione alta e attitudini declamatorie. Il tuo segreto mette ancora in mostra le qualità della band nelle ballad elettriche a tempo medio.
Più veloce ma non meno elettrica Stato Zero, che condisce il tutto con un drumming particolarmente vivo. Di nuovo tempi più rallentati ma ritmi comunque netti e martellanti per Scende la Notte, mentre il disco si chiude con Giù il sipario, altra cavalcata elettrica che manda gli ultimi bagliori oscuri dell’album.
Gli schemi seguiti dai Sibirka sono classici, ma la personalità dimostrata dalla band è notevole. Le canzoni sono spesso affilate e intense, ottenendo un disco omogeneo e ben fatto.