Figli di una mescolanza geografica particolare, i Sixcircles pubblicano New Belief. Si formano nell’agosto del 2017 fra Treviso e Palermo per mano di Sara (Messa, Restos Humanos) alla voce e Giorgio (Haemophagus, Assumption, Cavernicular, Furious Georgie etc.) a voce e strumenti.
Influenzato da gruppi come Black Angels, Brian Jonestown Massacre, The 13th Floor Elevators, primi Dead Can Dance, The Rain Parade o Loop, il duo compone, registra e mixa il primo full-length in circa tre mesi fra i palermitani Tone Deaf studios di Silvio “Spadino” Punzo e i Mal De Testa studio di Daniel Grego (Padova), dove viene ultimato il lavoro con un mastering su nastro.
Sixcircles traccia per traccia
Si parte da New Belief Begins, già grondante di sonorità psichedeliche, con la sacralità del blues di fondo e la forza dell’impatto elettrico ben presente.
Blue is the Colour segue con passo rallentato e con l’enfasi dedicata alle occasioni importanti. Risonanze profonde quelle ispirata del drumming di Come, Reap, ipnotica fin dalle prime battute.
Più tranquille le atmosfere di Time of Erosion, per una volta non minacciosa ma soltanto leggermente inquietante. Si torna a giocare pesante però subito: The Prison si fa forte di un drumming molto robusto e di echi che scavano fino in fondo. La chitarra solista qui è quella di Alberto Piccolo.
Sins You Hide insinua i primi dubbi fin dal giro iniziale, che striscia sotto la porta e apre per un duetto vocale palesemente morboso. Late to Awake procede a flusso e a ondate, su un letto di spezie d’oriente, un cantato stavolta calmo e quasi distaccato, ma un senso di tempesta crescente.
La tempesta però non arriva, e così non resta che attraversare il desterto: Take Me To Your Desert è un brano “dolce”, benché sui generis, con il romanticismo che va a mescolarsi con sensazioni lisergiche.
Si chiude in pieno torrente psichedelico, vintage e con varie sfumature, con i tamburelli di Lavender Wells, indizi di folk e molta musica 60s e 70s a scorrere nelle vene.
Disco particolarmente ricco e interessante da parte dei Sixcircles, capaci di incarnare istinti palesemente rubati a decenni lontani, facendoli però sembrare parte integrante di un presente sonoro molto vivo e vibrante.