I Virtual Time escono con Animal Regression (GoDown Records): si tratta del secondo di una serie di cinque dischi che la band pubblicherà da qui a un anno. Iniziata con From the Roots to a Folded Sky, il primo album pubblicato ad aprile, la “pentalogìa” della rock band veneta sta quindi per arricchirsi di un nuovo capitolo.
I Virtual Time ricominciano da un’esplorazione a 360° della musica rock, che qui diventa ancora più evidente. Troviamo il classic rock e l’hard rock che da sempre caratterizzano la produzione del gruppo, ma qui è possibile trovare anche echi di alternative rock, e pure funk, il tutto condito da pattern di batteria che alle volte strizzano l’occhio al all’hip hop e a sound moderni che si possono inserire con tranquillità nelle classifiche odierne.
Virtual Time traccia per traccia
La partenza è a dir poco bruciante con Grain of Existence: un rock blues dalle forti tinte 70s e zeppeliniane, poco preoccupato di essere tacciato di nostalgie.
High Class Woman parte da cori e batteria, rinforzando poi i concetti con gli strumenti a corda e confermandosi bruciante e vibrante.
Riverberi e riff assassini caratterizzano The Adventures of Funky Boy, che sul finale si fa languida e allunga i suoni, salvo poi riprendere i giochi.
Voce forte e suoni marcati aprono Heaven is asking…, breve e un po’ più scarna a livello di suoni.
Tre minuti secchi per la title track Animal Regression, che mantiene i volumi molto alti e picchia molto forte, con riferimenti diretti all’hard rock.
Rush of Air si allunga un po’ rispetto agli altri brani, suona un po’ più psichedelica e svaria su tutto il fronte.
Si torna ai modi del blues elettrificato, ma suonato forte, con tutte le ambiguità di I See the Moonlight.
Chiusura del disco affidata a Fly Away, altro pezzo che mostra le proprie intenzioni bellicose fin dai primissimi accordi.
Appaga i gusti dei nostalgici, ovviamente, il nuovo disco dei Virtual Time. Ma anche quelli di chi è alla ricerca di musica convinta, ben suonata e ricca di intensità.