Bièsina è il debutto discografico di Warco: un ep che si insinua con passo quieto tra le colline arse di una provincia sospesa, intrisa di un misticismo mediterraneo e prossima al mare. Un paesaggio dove la lentezza diventa una forma di resistenza: il tempo si dilata tra passioni stanche, feste parrocchiali con processioni, comizi elettorali, hit sanremesi sparate da un ambulante in bicicletta e foreste di pale eoliche che emergono dagli uliveti come fantasmi post-moderni.
Warco traccia per traccia
C’è molta energia (power) pop in Aprile, scritta in modo piuttosto fitta e adatta ad aprire il disco con un certo impeto.
Di occhi e di Olive si ragiona nel brano successivo, che ammorbidisce le atmosfere con uno stile vintage, adattandosi a un umore che sa di pomeriggio estivo, con qualche nostalgia sonora, tra Umiliani e Battisti, che armeggia sullo sfondo.
Con Ciauro (“profumo”) ci si sposta a Marsala: la città dello sbarco e del vino, in provincia di Trapani, è lo sfondo per un flusso di coscienza di un pazzo che vaga per le strade di una borgata. O almeno così ci raccontano, che il marsalese ancora non lo mastico perfettamente: anse sonore morbide accompagnano il racconto, con delicatezza ma anche con ritmo ascendente.
Si torna all’italiano con Bar Damasco, che alimenta nuove nostalgie, stavolta in ambito anni Ottanta: sul limitare dell’italodisco, con una certa sinuosità, una canzone mediterranea che fa pensare ad Amalfitano e ad altri profeti pop recenti ma nostalgici.
Il sound rimane in ambito vintage anche con Alberi, un po’ più morbida e contemplativa, ma non ferma. Un flusso di idee e di suoni che si riversa anche sul malinconico finale, che è riservato a Vorrei dormire.
Buon esordio quello di Warco, che mette in fila sei canzoni scritte con pazienza e attenzione, in cui riesce a convogliare emozioni ed energia, tutto giocato in ambito pop ma con un orecchio sul cantautorato contemporaneo.
Genere musicale: pop
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