Ypnos, “Beholder”: la recensione

Ypnos

YpnosBeholder è l’album di debutto della band italiana progressive rock metal Ypnos. Dieci canzoni, tra cui la suite in sette movimenti Tyranny Suite. Il pezzo è descritto come “più un viaggio musicale attraverso il cervello umano in 7 passi distinti, piuttosto che una suite canonica, la Tyranny Suite è una dichiarazione diretta”. E ancora: “Gli esseri umani sono schiavizzati dalle proprie emozioni, dalla nascita alla morte. Le emozioni sono tiranni cui impariamo a far fronte, oppure cediamo sotto il loro potere “.

Ypnos traccia per traccia

Si parte dai ragni, con Arachnophobia, pezzo già molto martellante che induce dei cori plastici fra i fuochi d’artificio scatenati dalla chitarra elettrica e dalle tastiere.

Si parte poi con l’ambiziosa Tyranny suite; il primo movimento è una fluida introduzione strumentale, The Beginning, seguita da State of Grace, cantata con uno stile che può far pensare ai classici del genere, dai Rush ai Marillion post-Fish.

Più tirata e rombante March of the Tyrants, che inclina rapidamente verso il lato metal della band, anche con un cantato decisamente più “tirato”. La voce, peraltro, non smette di crescere e con Building An Empire si sale ad altezze vertiginose, mentre il background musicale si fa sempre più intenso e minaccioso.

Più tranquilla Reality, che riporta l’album sui binari di una melodia elettrica e più tradizionale, con assolo di chitarra. Diary of a Slave riporta in alto i giri del motore, con un drumming particolarmente articolato e con le tastiere che prendono in mano la situazione da metà brano in avanti. Il finale della suite, The Ending, è un pezzo particolarmente sciolto, più accesibile del resto del disco, con qualche cambio di ritmo e giochi di luce e ombra sullo sfondo. La chiusa è piuttosto altisonante.

Gli ultimi due pezzi del disco sono Northern Star, con istinti melodici e altri cambi di passo, e The Circle part 1 – Grey, che sembra promettere l’inizio di un’altra suite, probabilmente rimandata a nuovi e futuri lavori.

“Ypnos” in greco significa “sonno”, ma la band non sembra dormire sugli allori. Anzi il debutto è piuttosto “sveglio” e vivo, ovviamente con tutte le caratteristiche dei generi di riferimento. Ma gli Ypnos non esagerano con teatralità e barocchismi, preferendo quasi sempre linee dirette e ottenendo un disco di impatto notevole.

Se ti piacciono gli Ypnos assaggia anche: Unreal City

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