Il punk come base, ma anche molte altre tendenze del rock riescono a collocarsi all’interno di Short Tales for Braves (qui la recensione), ultima uscita dei 30 Miles, band fiorentina ma con numerosi addentellati internazionali.

Vorrei sapere qualcosa di più dell’ispirazione di questo vostro nuovo disco e delle motivazioni del titolo

Avevamo già qualcosa di nuovo alla fine del 2013, dopo The Smiles Of Rage & Paranoia ma abbiamo scartato tutto perché rimanevano comunque esperimenti già fatti. Mentre dalla band entravano è uscivano batteristi Samu se n’è venuto fuori con l’idea di fare un libro suonato per reinterpretare alcune vicende di vita vissuta ed eccoci qua tre anni dopo.

I titoli sono sempre molto importanti e con Short Tales For Braves abbiamo voluto richiedere l’attenzione di persone che si sentono coraggiose anche in un mondo che evidentemente si vuole auto-estinguere.

Benché i suoni del disco siano spesso totalmente punk, mi sembra che abbiate fatto scelte molto eclettiche per questo disco: potete spiegare perché?

È vero si avverte una linea punk rock perché è lì che abbiamo il nido e ne siamo molto orgogliosi. C’è da dire che tutti i nostri dischi suonano con dinamiche “eclettiche” e nella logica di questa band non ha senso riutilizzare uno stesso tipo di approccio o di atmosfera. Ogni pezzo ha il suo carattere, specialmente in questo disco.

Perché avete scelto “The Forest” per il video e anche come brano di apertura?

“The Forest” potrebbe essere una delle canzoni che sonoramente forse ha rappresentato al meglio il periodo in cui abbiamo scritto questo disco e l’abbiamo utilizzata come apripista perché ha un mood da storia molto pertinente col titolo del disco e in più il ritornello ritorna volentieri.

Come nasce “Painter on Panic”, forse il pezzo più articolato del disco?

Musicalmente nasce da un delirio mentale in un periodo in cui ci uscivano pezzi punk rock troppo canonici e con poca personalità, quindi a spregio, abbiamo mantenuto alcune fondamentali costruendoci sopra una delle canzone più articolate che abbiamo mai fatto. È stata decisamente una vittoria contro la frustrazione e infatti calza molto bene col testo che nasce dalla volontà di imparare a gestire gli attacchi di panico.

Una curiosità: avete “dilazionato” la pubblicazione del disco per il Giappone oltre un mese dopo quella europea. Quali sono i motivi di questa scelta?

Non tutti sanno che per esportare all’estero un disco pubblicato per la discografia indipendente può significare affidare i diritti di riproduzione a un’altra etichetta per affrontare i costi di stampa/distribuzione/promozione. Ogni etichetta discografica ha il proprio catalogo e delle proprie tempistiche di rilascio, è indipendente!

In questo caso Far Channel Records (Giappone) ha voluto pubblicarlo a ridosso del tour giapponese per logica promozionale e anche 20 Chords Records (Sud America) ha scelto una una data postuma perché ha preso parte last minute al progetto, mentre Ghost Factory Records & Arts (Italia) e Disconnect Disconnect Records (U.K.) stanno co-operando in Europa.

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