Talbot, “Talbot non esiste, pt. I”: recensione e streaming

Talbot non esiste è il nuovo mixtape di Talbot con B.I.G. Agency, disponibile su Spotify, iTunes e tutte le principali piattaforme di streaming per Woørap Industries.

Mariano Talbot è un rapper di Catania classe ’96. Cresciuto nel negozio di dischi del padre, si avvicina alla musica fin dall’adolescenza, in particolare al genere rap. Nel 2016 incontra il producer Rickie Snice, beatmaker già affermato in Sicilia con cui condivide la voglia di sperimentare e di provare nuovi sound.

Nel 2017 escono diversi singoli tra cui “Boyband” grazie al quale si afferma nella scena musicale catanese. L’anno successivo i live e la fanbase del giovane rapper aumentano e Woørap Industries rilascia “OFF TØPIC“, il primo disco ufficiale, progetto sfaccettato, pieno di esperimenti e futurismi. A dicembre si trasferisce a Milano per potersi dedicare completamente alla musica.

Talbot decide di pubblicare un mixtape per fornire una continuità al suo messaggio, per riproporlo e approfondirlo rilasciando vari volumi nel corso degli anni. Talbot non esiste è una denuncia alla nuova generazione, secondo l’artista infatti, non esistono più brani autentici ma solo prodotti confezionati ad hoc e consumati come cibo in un fastfood. Accanto a questa critica un lato più ironico , una provocazione verso chi ha cercato di escludere Talbot e Woorap dalla scena etnea, “come se non esistessero”.

Talbot traccia per traccia

Un bel rappato fitto e molto black caratterizza Brano 1, che presenta l’approccio di Talbot, piuttosto essenziale ma aggressivo.

Mi sono perso sta su canoni simili ma sale con il canto (e l’autotune), aggiungendo qualche livello e un po’ di spessore.

Richieste e ambizioni più vaste per Non mi basta, che indossa i luoghi comuni dell’hip hop con una certa nonchalance.

Hit estive (pronunciata “estiv”) lascia entrare un po’ di malinconia, su basi sonore minimali.

C’è la chitarra in apertura di Sunny Days, in realtà non proprio solare, anzi piuttosto addolorata e nostalgica, pur con un mood sempre abbastanza spaccone.

Elettronica invece Detroit, con qualche sovrapposizione vocale, mentre la densità torna molto alta e l’umore molto tagliente. Passaggio quasi dance molto vertiginoso all’interno.

Si chiude con Cadillac, che al di là degli sfoggi di lusso propone ritmi alti e un po’ di saliscendi umorali.

Abilità tecnica notevole, ispirazione potente e molta voglia di affermazione per Talbot, che si racconta con pochissimi filtri e gratta in fondo con il suo nuovo lavoro.

Genere: trap

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