Karma Voyage, “Lands Beyond Eden”: la recensione

Karma Voyage, band neo-psichedelica sperimentale con forti influenze new wave, pubblica Lands Beyond Eden, il nuovo album. La band è nata alla fine del 2019 da un’idea di Luca Castellaro (chitarra e voce) e Giuseppe Brunetti (chitarra). Successivamente si sono uniti Dennis Ercole (basso), Stefano Anoè (batteria) e Giovanni Bertiato (tastiere).

Il loro ep d’esordio, preceduto dal singolo Untold Desires, è stato pubblicato il 18 ottobre 2021 dall’etichetta francese Icy Cold Records, ottenendo riconoscimenti nella scena neo-psichedelica underground. Alla fine del 2022 hanno registrato il loro primo lp, Lights in Forgotten Places, uscito a gennaio 2023 per le etichette Shyrec e Icy Cold Records. Dopo due tour europei, stanno ora pubblicando il nuovo lavoro Lands Beyond Eden: un disco in vinile caratterizzato da tonalità più cupe, suoni più distorti e atmosfere evocative.

Karma Voyage traccia per traccia

Con un rotolare di drumming molto continuo e volontà tempestose in conflitto, Mountains With No Peak apre l’album attraverso un brano che dal punto di vista dei suoni è già importante e imponente.

Appena più serena, ecco poi Surrender To The Illusion, altrettanto rumorosa dal punto di vista delle percussioni. Un silenzio insistito è quello che invoca All The Clocks Went Backwards, prima di interromperlo con sonorità ora più piene, ora più minimali.

Si apre poi The Chamber, una camera ricca di idee sonore ma anche di una certa malinconia generale. E quando sembra finire tutto, ecco uno sfogo rumoroso e improvviso.

Con Mosaic si parte piano e da un giro di chitarra, per un brano che poi mette in evidenza una vocalità importante. Apre di batteria, e in maniera piuttosto corposa, Chimera, che si inoltra in sentieri mitologici con passo deciso ed esplorativo.

Qualche cosa di simile all’entusiasmo emerge da Anthem of the White Sun, in cui la psichedelia “solare” si sostituisce per un attimo alle oscurità della new wave, peraltro senza rinunciare a fare rumore.

Torna a toni più scuri Pyramid, che lavora di costruzione e di dettagli sonori. A chiusura, si parla di peccati: Your Sin non è esageratamente accusatoria, ma piuttosto insistente.

Benché i suoni spesso vadano in altre direzioni, nel nuovo disco dei Karma Voyage si trova lo stesso atteggiamento e una certa solennità di alcuni dischi prog di un tempo (e vuole essere un complimento, sia ben chiaro).

Una sorta di serenità generale che sfocia improvvisa in qualche momento di tempesta, che sfoga frustrazioni e malinconie troppo a lungo covate. Tutto gestito con il piglio giusto da una band di ottimo talento e di notevoli prospettive.

Genere musicale: psichedelia, alternative

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Pagina Instagram Karma Voyage

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