Nati nel 1995, gli HeavenBlast hanno sviluppato la propria carriera all’inizio immersi nelle atmosfere del power metal. Dopo esperienze di vario tipo, scioglimenti, reunion, pubblicano Stamina, il nuovo disco, composto da nove tracce in cui trovano posto anche influenze di progressive e symphonic metal.
HeavenBlast traccia per traccia
Dopo l’introdutiva Mind Intruders, ecco Purity, un’escursione completa in territori di progressive metal, con una prima parte più aggressiva e sviluppi successivi più melodici.
Alice in Psychowonderland ha ritmi altrettanto serrati e le tastiere che creano un panorama molto articolato, per finire nel fiabesco.
Calma e un po’ triste, ecco poi We are State, che mette in evidenza i lati melodici e le interazioni vocali della band. The Rovers mantiene una traccia melodica importante, anche se torna ad alzare il volume e a tempestare.
Si procede poi con Don’t clean up this blood, che ha una partenza decisamente fiammeggiante, ma che permette anche a momenti di dolcezza di emergere alla superficie. Particolarmente significativa la performance vocale su questo brano.
Sinite parvulos venire ad me pone una citazione evangelica a corredo di un pezzo che mescola sorprendentemente sensazioni metal, ritmi reggae e un testo in latino.
Ecco poi S.T.A.M.I.N.A., la title track, che ha una voce dominante maschile e un atteggiamento molto concitato.
Il disco si chiude con Canticle of the Hermit, finale morbido e melodico per un disco che ha visto umori ben diversi dipanarsi durante il percorso.
Gli HeavenBlast propongono una miscela spesso aggressiva di generi diversi, suonando in modo convincente e conservando una solida coerenza di fondo.
