#ScouttraKs: Mollier, due facce della stessa medaglia

Si chiamano Mollier e fanno un rock-pop con inflessioni proprie della canzone d’autore. Il loro primo disco, Meccaniche razionali, è uscito qualche tempo fa. Li abbiamo intervistati.

Potete raccontare la storia del vostro gruppo?

Tutto nasce nel 2004 quando Andrea Zannoni (tastiere, pianoforte) e Luca Mazzamurro (voce, chitarre) si ritrovano per ricominciare una collaborazione musicale nata fra i banchi delle scuole superiori.

La prima registrazione che effettuano insieme, a seguito della quale è partita la composizione dei brani originali, fu Hallelujah, una cover di Jeff Buckley (volete sicuramente dire di Leonard Cohen, benché resa in versione indimenticabile anche da Buckley, NdR) che ha ricoperto per entrambi il ruolo di grande ispiratore.

Nel corso degli anni i due musicisti raffinano le loro composizioni utilizzando testi in lingua italiana, sfruttando melodie e arrangiamenti ricercati e fantasiosi. Ecco i Mollier.

Al gruppo si aggiunge Tommaso Preda, bassista proveniente da esperienze musicali di genere rock, anch’egli compagno di classe di Luca e Andrea.

Insieme partecipano a numerose rassegne di musica cantautorale e festival di gruppi emergenti in tutto il territorio nazionale.  Alla fine del 2013 viene registrato il loro primo album “Meccaniche Razionali” presso la Front of House di Bologna coinvolgendo alla batteria Riccardo Capelli, musicista con alle spalle una consolidata esperienza in svariati generi, dal rock al jazz.

Potete spiegare le motivazioni alla base di “Meccaniche razionali” e il senso di spiritualità (o il tentativo di razionalizzazione della stessa) che sembra essere alla base di molti testi?

Meccaniche razionali è un album ispirato dalla visione che scienza e spiritualità rappresentano in maniera sempre più inequivocabile due facce della stessa medaglia: alla luce delle nuove scoperte nel campo della fisica emergono affascinanti analogie con quanto predicato da secoli dalle filosofie orientali.

Il mistico e lo scienziato trovano un terreno comune di confronto. Sulla scia di queste scoperte la speranza è che nell’uomo occidentale, abituato a vedere la realtà secondo gli occhi della scienza, possano nascere nuovi stimoli che lo portino ad avvicinarsi a queste filosofie fino a ora considerate molto lontane da ciò in cui noi credevamo.

Perché avete scelto di fare le cover di “Ovunque Proteggi” (Capossela) e di “Se ci fosse un uomo” (Gaber)?

Qualche anno fa, per poter suonare dal vivo più frequentemente, avevamo preparato una trentina di cover; in sala prove ci divertivamo spesso a riarrangiare, nella maniera più originale possibile, brani di qualsiasi genere; queste due cover, che sono poi finite nell’album, erano il nostro “cavallo di battaglia”.

Ci piaceva suonarle ogni volta, sia per il testo profondo, sia per l’impatto che avevano sul pubblico. Nel caso della cover di “Se ci fosse un uomo”, in particolare, crediamo fermamente che il pensiero di Gaber sia più che attuale e che si sposi perfettamente con lo spirito dell’album.

Pensiamo che la musica, oltre a rappresentare un vero e proprio nutrimento energetico per l’uomo,  possa veicolare messaggi molto importanti.

Il testo di Se ci fosse un uomo da questo punto di vista è un capolavoro in cui viene articolata una critica della società moderna pungente, esposta in forma estremamente poetica. Essendo l’ultima traccia dell’ultimo album realizzato da Gaber, pensiamo che possa essere considerato il suo testamento artistico e al tempo stesso, spirituale.

“Meccaniche razionali” è uscito qualche tempo fa. Avete già lavorato a brani nuovi? Quali saranno i prossimi passi?

In questo momento ci stiamo concentrando sulla promozione dell’album, attività che ci tiene parecchio occupati. In cantiere ci sono nuovi video promozionali, e molte idee per il futuro…. idee che andranno messe insieme e sviluppate con lo stesso spirito di iniziativa che ci ha portati fino a questo primo importante risultato.

In particolare il prossimo passo sarà la realizzazione di due cover, con i relativi video, Dust in the Wind e Hallelujah, quest’ultima con un testo originale in italiano.

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