Si porta avanti Adelasia con il proprio esordio: 2021. Dopo i precedenti singoli Acqua e Meglio Soli, la cantautrice lucchese ma adottata dalla scena romana pubblica un disco in cui si muove tra le sfumature di un indie-pop delicato, atmosfere malinconiche e influenze elettroniche di respiro internazionale. 2021 prende il nome dal numero civico della casa d’infanzia di Adelasia che ci invita metaforicamente ed entrare in casa sua, nella sua interiorità.

2021 non è il futuro, è il mio passato. È il numero civico della casa in cui sono nata, in cui sono cresciuta e dalla quale poi sono scappata. Quando ascolto queste canzoni, che parlano di cose avvenute più o meno lontane nel tempo, mi sento come quando torno in quella casa dopo tanto: un nodo in gola mi rende difficile deglutire e la malinconia mi appanna gli occhi.

20 e 21, come gli anni che avevo quando ho scritto la maggior parte di queste canzoni, come gli anni che avevo quando mi sono trasferita a Roma, quando è finita la mia prima lunga storia d’amore, gli anni delle grandi scelte, dei grandi cambiamenti.

In questo disco c’è tutta la mia adolescenza, la mia incoscienza e la mia ingenuità. Parlo di gelosia, di tristezza, di malinconia, di pigrizia ma anche di gioia, di tenacia, di amore. Volevo raccontare con semplicità la mia storia, quella di una ragazza di vent’anni che vive il passaggio dall’adolescenza all’età adulta con le difficoltà che questa età porta con sé: non sai chi sei, non sai cosa vuoi. 

Ti senti persa poi cominci a vedere che intorno a te alcuni hanno trovato la loro strada e cominci a sentirti sbagliata. È un’età irrequieta e volevo parlare di questa irrequietezza scrivendo un disco irrequieto. Volevo che fosse una consolazione per gli altri sapere che è normale trovarsi in questa situazione, ci sono anche io”.

Adelasia traccia per traccia

Si parte proprio da Acqua, già presentata come singolo, e dai suoi movimenti semplici ed elastici, perfettamente immersi nel pop sintetico e morbido.

Un po’ più irrorata di ritmo, ecco poi Imprevisto, che ha sapori quasi beatlesiani, per parlare di tempo che non c’è. Camera mia torna ad ammorbidirsi, con un andamento sinuoso e un po’ soul.

Come il barcarolo, Adelasia va Controcorrente con un pezzo che risolleva le ritmiche, tratteggiando un ritratto attraverso paure e sicurezze.

Altro singolo, ecco Meglio soli, che introduce un velo sottile di ironia mentre si muove tra le sonorità sintetiche. Aliena torna a poetiche di isolamento e a un mood molto più intimo.

Tentativi di affogare nel cuscino e insonnia permeano un’altra canzone acquatica come Umido. Passo più determinato quello di Passato remoto, piuttosto vibrante anche se parla di ricordi e nostalgie. Il disco si chiude con Valerio, storia appena accennata ma evidentemente basata su fatti storici.

Contornata di sonorità contemporanee e internazionali, Adelasia scrive soprattutto di sé, regalando piccoli brani di un mondo personale e avvolgente. Magari non tutto è originalissimo, ma sicuramente la qualità complessiva dell’album merita attenzione.

Genere: cantautrice, pop

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