Drumphilia Vol.1 è un esperimento ritmico che si colloca nel mezzo della contrapposizione tra strumentazione tradizionale ed elettronica analogica. Il progetto è il risultato dei tanti anni spesi da Andrea Benini (già leader dei Mop Mop) ad ascoltare, imparare e lavorare sulle percussioni africane e caraibiche.

Diverse sfumature di tempo e dinamica sono utilizzate all’interno di tutto l’album per produrre melodie da materiale ritmico-ipnotico come a voler sottolineare e celebrare l’importanza del ritmo nella musica moderna.

Tutte le registrazioni sono avvenute al Mop Mop studio a Berlino tra Settembre e Dicembre 2016 . Tra gli strumenti utilizzati: Log drum, marimbula, kalimba, sansula, krabebs, Pearl Syncussion SY-1, Vermona DRM1, MFB Tanzbär, MFB Tanzmaus, RMIF Elsita, drum machines assortite talk box. L’album è la prima uscita di Cristalline Records, sublabel della tedesca Agogo Records, che vedrà la direzione artistica dello stesso Andrea Benini e di Ralf Zitzmann.

Andrea Benini traccia per traccia

Si parte dalla tranquilla Jawa, un giro tranquillo per la foresta, tra percussioni e xilofono, giusto per avere il tempo di ambientarsi. Molto più ritmata e propulsiva Maharaja, impegnata in loop piuttosto ossessivi.

The Juggler esce dal circuito ipnotico per ampliare il raggio d’azione e diffondersi sperimentando con ritmi e strumenti. Tamburi di battaglia si trovano sulla strada di El Guerrero, la più oscura delle composizioni incontrate fin qui.

Con The Forbidden Tale si torna a sussurrare più che a fare rumore. Invece Marranzanu si rivela piuttosto gutturale, pur ravvivata dai suoni dello scacciapensieri.

Sarabanda ritmica Pink Twirl vede invece strisce elettroniche colorate esplodere all’improvviso, come in una sorta di carnevale sonoro. Passaggi scuri quelli di Paramour, che si gioca anche sui contrasti.

Più sfumata Blue Drop, giocata più sui (pochi) alti che sui numerosi bassi. Bacio rubato funziona in scala: c’è il loop delle percussioni in apertura e c’è la crescita ritmica e sonora del brano tutto.

Cosmonomade ha un andamento quasi reggae, ciondolante e paziente, con piccole esplosioni colorate ovunque. Chiusura con Syncussion, che è quasi solo ritmo, anche se piccoli accenni elettronici rotolano qui e là.

Andrea Benini pubblica un disco variopinto e scoppiettante, con tanti influssi freschi interpolati in un modo molto produttivo e convincente.

Genere: world music, ambient

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