Con un piccolo bagaglio di cinque canzoni, Andrea Marchini pubblica l’ep Music Trip, un viaggio tra sonorità diverse, ma vicine al cantautorato internazionale. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Puoi raccontare la tua storia fin qui?

La mia storia è molto semplice, ho sempre avuto la passione musicale, con l’ascolto e anche andando a parecchi concerti. A un certo punto dell’adolescenza, ho sentito il bisogno di scrivere cose mie… Che ho tenuto per me… E ho imparato grazie a qualche amico i principali accordi di chitarra, senza mai approfondire con un corso vero e proprio.

Qualche anno fa, mi sono trovato ad abitare di fronte allo studio di Marco Germani, che hai ospitato su TRAKS, con il quale ho iniziato a fare un po’ di corso di chitarra. Poi mi sono venuti dei pezzi in inglese, gli sono piaciuti, e me li ha prodotti. E così sono nate le canzoni che abbiamo raccolto in Music Trip. La realizzazione di un sogno!

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato nel realizzare il disco?

Appunto perché è stata la realizzazione di un sogno, non mi viene in mente nessuna difficoltà! Tutto fatto con entusiasmo e anche abbastanza velocemente direi…

Come nasce “Gimme One More”?

Gimme one more, come altre canzoni, nasce dall’inconscio. Ossia nel sogno o nel dormiveglia, mi gira in testa della musica. Come nel caso di questa canzone, che originariamente aveva un testo in italiano, che poi ho riscritto per adattarlo agli altri pezzi in inglese. È un po’ particolare già nella struttura, l’arrangiamento di Marco ha fatto il resto.

Puoi raccontare la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?

Di strumento mio c’è solo la voce, perché non sono un musicista… Il musicista è Marco, senza il quale non avrei potuto realizzare tutto ciò… Tutto il disco è arrangiato e suonato da lui, che mi ha spiegato di aver usato : Microfono Neumann U 87A.I. per voci e chitarre acustiche con un pre della Focusrite poi in un mixer pre sonus studiolive AI utilizzato come scheda audio; Software pro tools 11 con librerie Native Instrument Komplete 10 ; Plug ins della waves x il mix e mastering con izotope ozone 7.

Tutti gli strumenti sono virtuali tranne chitarre, voci e alcuni bassi; Chitarre: acustica yamaha , elettriche Fender telecaster e stratocaster, basso fender jazz; abbiamo usato anche un rullante yamaha e degli shaker.

Puoi descrivere i tuoi concerti? Quali saranno le prossime date che ti vedranno coinvolto?

Avendo pochi pezzi nel repertorio , e non avendo una band vera e propria, faccio dei piccoli set acustici in apertura ad altri gruppi che conosco. Ho fatto il primo a Mortara (Pv), dalle mie parti, a dicembre, ed è stato molto emozionante… Sarò il 4 febbraio a Vigevano, più avanti in estate vedremo che occasioni ci saranno. A Mortara per esempio abbiamo suonato con tre chitarre, o meglio, due e mezza (la mia), i pezzi dell’ep più tre cover.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimi di più in questo momento e perché?

Seguo i lavori di Marco che sono molto interessanti, perché spazia molto nei generi. E c’è una ragazza che si chiama Lilian More, che mette molta passione in ciò che fa…

Ci sarebbero tante canzoni che mi hanno emozionato… Se devo dirti quella che mi viene subito in mente, è Don’t look back in anger degli Oasis… La più emozionante per me. Se devo dirtene un paio che hanno ispirato alcune canzoni dall’ep, a livello di atmosfera, ti dico Talk tonight sempre degli Oasis, a cui Can’t wait no more è debitrice, e anche Just like starting over di John Lennon, che ha ispirato le atmosfere vintage di Sandy.

Andrea Marchini traccia per traccia

La canzone d’apertura dell’ep è Think of you, un brano ricco di elettricità, chitarre ma anche sentimenti. Sensazioni differenti quelle di Gimme One More, maggiormente colorata dalle chitarre acustiche e con un retrogusto latino.

Uso esteso di effetti e risonanze in Can’t Wait No More, che si basa su sensazioni malinconiche. Sensazioni più sintetiche e anche più vicine alla new wave quelle di True or Not. L’ep chiude con la curiosa Sandy, con voce filtrata e riferimenti evidenti alle canzoni anni Cinquanta.

Lo sforzo di Marchini è quello di offrire paesaggi sonori diversi, al netto di qualche sbavatura. Ne risulta un ep godibile e di buona personalità.

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