I Banana Joe sono un trio genovese, composto dal cantante e bassista Andrea Gnisci, dal chitarrista Fulvio Masini ed Emanuele Benenti il batterista. Supervintage è il loro primo album.

Hanno condiviso il palco con grandi artisti come Sick Tamburo, Punkreas, Omar Pedrini, The Winstons, Cosmic Dead e Caparezza. Nel 2018 entrano a far parte della famiglia di Pioggia Rossa Dischi presentando il loro primo singolo “Neve”, distribuito in tutti gli store digitali e seguito dal videoclip ufficiale del brano.

Così raccontano il disco: “Pensiamo che ogni brano sia una situazione vissuta da qualcuno dei frequentatori del bar in quella serata. Un romanzo con vari protagonisti che cerchiamo di raccontare in prima persona: notti insonni, sigarette e qualche drink di troppo sono gli elementi cardine di alcune di queste vicissitudini, il tutto colorato da trame rock anni 60-70 con trame psichedeliche. Questo equilibrio precario tra presente e passato è ciò che siamo, questo è il “vintage moderno” anzi… SuperVintage”.

Banana Joe traccia per traccia

Si vibra parecchio fin dalla partenza del disco: Tara ha suoni forti, parenti e affini del rock dei Seventies, anche se atteggiamento e testo li rendono freschi e per niente nostalgici (quasi pop).

Un po’ più sciolta Neve, che però si spezza sostanzialmente in due, con la seconda parte molto più vivida della prima.

Queen dei cofani spiega il contesto fin dal titolo, e poi riempie le casse di risonanze e di sonorità filo-psichedeliche (che però rimangono al di qua della soglia, pur facendo parecchio rumore).

La seguente Vicissitudini di una ragazza dai facili costumi (sempre da quelle parti siamo) invece sfonda la barriera e nello psichedelico affonda le mani, giocando molto con le chitarre e gli effetti.

Invece Polvere abbassa un po’ i giri del motore e perde in parte quell’aria spensierata che avevano avuto le canzoni del disco finora.

Vodkanima torna a picchiare molto forte, senza compromessi, mettendo su mura del suono dal volume alto.

Un riff consistente apre Uensdai, che fa dell’ironia e della spigliatezza caratteristiche di base di una canzone rumorosa e picchiata.

Si chiude con il noise di Omertse, uno strumentale voluminoso che funge da coda.

E’ giusto il titolo Supervintage per un disco come quello dei Banana Joe, visto che i suoni arrivano chiaramente da un’altra epoca. Ma la band fa di tutto per aderire al presente, riuscendo a presentare un disco potente, che fluisce in modo fresco e vibrante per tutte le otto tracce.

Genere: rock, psichedelia

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