Il cantautore romano Boriani pubblica il proprio album omonimo con Garrincha Dischi su tutte le piattaforme digitali. Frutto di un appassionato lavoro di squadra che ha visto alla produzione anche Enrico ‘Carota’ Roberto de Lo Stato Sociale, l’album esplora temi di vita vissuta colorandoli con tinte pop, rime nostalgiche e ritornelli esplosivi, disegnando un universo musicale vibrante di suoni ed emozioni.
Il primo singolo scelto per anticiparne l’uscita è La Pellegrini, omaggio alla campionessa olimpionica Federica Pellegrini che, innamoratasi del brano, ha partecipato come ospite d’eccezione al videoclip ufficiale diretto da Giacomo Triglia (già al lavoro con Måneskin, Francesca Michielin, J-AX, Levante, Brunori SAS eccetera).
Boriani traccia per traccia
Voce un po’ ondeggiante e atmosfere soffici ma malinconiche quelle che accolgono all’interno di Serotonina, canzone d’introspezione (“la verità non è altro che l’eco del mio cazzo di ego”), alla ricerca di qualche forma di felicità.
Un po’ meno disperata Difetti, comunque avvolta da una nuvola di disagio e di bassi. Si parla di nei e di difetti, ma non è La Municipàl: il sound è vagamente vintage e i toni sono piuttosto sognanti.
Ecco La Pellegrini, che acquista un po’ di vibrazioni e vigore, pur sempre sotto un’aura malinconica. Sogni irrealizzabili e belle sensazioni svanite danzano in un ballo ritmato ma senza molta gioia.
Storie di ritorni in Cuore nero, che parla di affetto ma anche, moltissimo, di rimpianti e di potenziali ritorni: “Fa niente dai ci ritroviamo/fra qualche danno”. Si passa poi al Prossimo livello, vagamente reggaeggiante e piuttosto estiva, un po’ più spensierata del resto del disco.
Melodie intense quelle di Alla fine, che si espande nel vuoto nella prima parte, e poi cambia drasticamente aggiungendo un po’ di rabbia: “Ma meno male che non ci sei più/tanto alla fine non avremmo fatto niente”.
Si parla di moto in F10, che sviluppa una serie di paragoni motoristici nei confronti della lei di turno. Sensazioni ritmate e rapide quelle che si trovano dentro Oki, a combattere hangover, mal di testa e ricordi dolorosi.
Un milione cresce su una struttura dinamica e robusta, parlando di attacchi di panico trasmessi facendo sesso. Amori incasinati e sonorità pop molto aperte per una canzone che tutto sommato riesce a trasmettere un po’ di speranza.
Molto più oscura Non fa paura, almeno sulle prime: ma come spesso succede nel disco, le canzoni hanno più vite e si accendono, sbocciando soprattutto a livello ritmico.
Gli ingredienti che utilizza Boriani non sono del tutto inediti, ma riesce spesso a ricombinarli in maniera piacevole e con una personalità che si sviluppa in modo interessante.
Genere musicale: itpop
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