TRAKS ti regala altre cinque recensioni in breve: dischi che ti erano sicuramente sfuggiti, ma noi siamo qui apposta per fare sì che non ti sfuggano.
Larry Manteca, “Emanuelle goes to Hollywood”
Larry Manteca giunge al suo quarto album: Emanuelle goes to Hollywood fa chiaro riferimento all’icona erotica degli anni Settanta. Il disco è stato per la prima volta registrato dalla formazione live del progetto fondato da Alessandro Paiola aka Larry Manteca, che vede alla chitarra/voce Riccardo Danieli, Filippo Aloisi al basso, Carlo Pelsa ai fiati, Lorenzo Previdi alle percussioni e Daniele Izzi alla batteria. Ci si immerge subito in atmosfere cinematografiche vintage con Welcome to Hollywood, un benvenuto da “big band” piuttosto clamoroso. Si prosegue con una più intima Party on the Hill, insinuante e morbida. Qualche scintillio in più si scorge in Threesome, ricca di sottintesi, mentre con Deception si torna a un funky movimentato. Si chiude fra i sospiri di Funky Room, sorretta dalle tastiere e dall’ambiguità. Larry Manteca conferma di avere le idee chiare realizza un ep significativo, ispirato e tessuto con i colori giusti.
Qualunque, “Il primo lunedì dell’anno”
Il Primo Lunedì Dell’Anno è il nuovo ep dei Qualunque. La band lo definisce “disco di rinascita”, realizzato con la produzione artistica di Davide Lasala, registrato e mixato presso Edac Studio di Fino Mornasco dallo stesso Lasala e Andrea Fognini, master di Andrea Bernie De Bernardi (Eleven Mastering). L’ep apre con Caffé con il Cynar, rock in crescita con influssi indie e un certo risentimento di fondo. Panico prosegue con disagi post-adolescenziali e chitarre elettriche. Binario rallenta e svela lati più personali. L’ep chiude con Stasera la Luna, altro pezzo ritmato sul lento, sempre su tematiche giovanilistiche. Non baciato da estrema originalità, l’ep dei Qualunque è efficace a livello di energia.
Blood Inc., “Blood Inc.”
Esce oggi, venerdì 17 novembre 2017, il nuovo disco omonimo del quartetto metal da Milano Blood Inc., anticipato dal singolo di debutto Wake Up Dead. Il disco si apre con Lucky Number 13 (evidentemente la band delle superstizioni legate ai numeri si fa un baffo): è un incipit tutto metal, corredato da qualche caratteristica di stampo barocco/teatrale, soprattutto nel cantato. The House duplica l’energia e la convoglia soprattutto sulle chitarre. La band dimostra di amare le imboscate, i giochi di specchi, le sottotrame e i passaggi segreti, anche in pezzi dai ritmi articolati come Wake up Dead. Bleed pray die assomiglia a un furibondo anthem, a parte il finale in stile Que viva Mexico. L’omonima Blood Inc. picchia durissimo fin dalle prime battute. Rhyme of the Dead parte sottovoce e insinuando, per poi esplodere oltre i confini dello stoner. Si chiude con Spit on your grave, altro pezzo fiammeggiante e rumoroso. Pur fedeli osservanti del metal, i Blood Inc. hanno il pregio di impiegare un vasto arsenale di trovate fantasiose per offrire all’ascoltatore un panorama piuttosto variegato.
Courtney Farren, “Nothing Like It”
La cantautrice Courtney Farren pubblica il suo album di debutto Nothing Like It, preceduto dalla title track omonima. Sei tracce per lo più chitarra e pianoforte registrati all’inizio della primavera di quest’anno. Nata e cresciuta principalmente nella zona della Baia di San Francisco, Farren si è trasferita a New York dopo aver girovagato per gran parte dell’infanzia. Il disco apre proprio con la title track Nothing Like It, estremamente placida e disegnata su sonorità distanti e non invadenti. Sommessa e quasi sussurrata anche Hard to Tell, che aggiunge qualche particolare sonoro onirico. Right Now offre note e prospettive più alte, pur senza perdere niente della gentilezza di fondo. You’re Only on My Mind torna alle morbidezze già sperimentate. Someone procede con calma attraverso altri discorsi intimi. Ultima traccia Change My Mind, più lunga delle precedenti e con passo molto rallentato, come a voler frenare prima della chiusura. Un disco poetico e ispirato, questo debutto, che vede le qualità di Courtney Farren affondate in sonorità ovattate ma non per questo meno vivide.
Industria Onirica, “Inganni”
Si chiama Inganni il primo ep di inediti di Industria Onirica, band pop rock veneta. “Inganni” è una produzione di Lele Battista, registrato e mixato da Enrico Tronci, mentre il master porta la firma di Giovanni Versari. “Grattacieli”, il primo singolo estratto, vede la partecipazione del cantautore Fabio Cinti. Dopo la metro della Intro (che conferma il sospetto che gli Inganni del titolo siano in realtà quelli dell’omonima fermata della metropolitana milanese) si procede con Prima di dormire, pezzo cadenzato e piuttosto cantautorale. Impressione che prosegue con cantato e testo di Notte di Candele, con sonorità moderate e tese a far emergere la voce.Ecco poi la già nominata Grattacieli, veloce e “internazionale” per ispirazione e grazie all’inciso in inglese, con il contributo di Cinti a rendere il tessuto multicolore. Meditabonda ma con sonorità fantasiose tendenti allo psichedelico Isolamento, prima della chiusura affidata a Quanta voglia ho di te, molto determinata e narrativa, tra scintillii e proteste. Industria Onirica confeziona un ottimo ep, in grado di regalare scorci interessanti su una band di indubbio talento.