Bruno Dorella, “redrum”: la recensione

Bruno Dorella

redrum è il nuovo album solista di Bruno Dorella, in uscita per Subsound Records. redrum (con la r minuscola) è la musica originale dell’omonimo spettacolo di danza della compagnia ravennate nanou (con la g e la n minuscola), liberamente ispirata al film Shining di Stanley Kubrick.

Composto nel 2023 e messo in scena nel 2024, vince il Premio Ubu – considerato il riconoscimento più importante di teatro in Italia – come miglior spettacolo di danza dell’anno. Dopo Paradiso (2022), ispirata dai canti dell’opera dantesca, con il nuovo redrum il dialogo costante tra Bruno Dorella e gruppo nanou inizia a diventare un corpus unico in costante evoluzione.

La collaborazione tra Bruno Dorella e la compagnia nanou dura ormai da molti anni. Per redrum, la musica è quasi interamente elettronica, con rari inserti di chitarra, basso e voce. Dorella ha curato personalmente la composizione, la produzione e il mixaggio dell’intero progetto, in un processo artistico che, come già avvenuto con il suo precedente album Paradiso (2022), si realizza attraverso un dialogo continuo con i coreografi Rhuena Bracci e Marco Valerio Amico, e con i corpi delle danzatrici e dei danzatori della compagnia.

Bruno Dorella traccia per traccia

Si parte da Grady, con riferimento all’ex concierge del film di Kubrick, che pur da morto orienterà le vicende del film. Un movimento lento e profondo si fa strada, con qualche rumore di fondo a sporcare le tracce, mentre si danza presumibilmente in direzioni circolari.

Qualche scintillio in più si insinua in redgroove, ritmata da handclap e con una dinamica che alimenta la tensione. Quasi tutta sotterranea Lloyd The Barman, con voci fantasmatiche sullo sfondo e un cupo basso continuo a scavare sempre più a fondo.

Qualche barlume di speranza sembra palesarsi in Gold Room, ancora circolare e contornata di glitch, ma con movimenti ascendenti. C’è un passo più pesante in Tony, con le percussioni che prendono la centralità della scena.

Una voce umana, per quanto piuttosto elaborata, appare in Face Is Only Nose: loop sonori e vocali si ripetono, con effetti ipnotici ma anche un po’ grotteschi.

Molto diverse le sensazioni trasmesse da redrum: la title track apre con una serie di piccole esplosioni sotterranee che continuano per tutto il brano, mentre in superficie succedono storie solenni.

Si scontrano piccoli sassi in Hallorann, popolata di piccoli rumori di difficile lettura. C’è un blues sottostante al brano che fa riferimento probabilmente all’episodio più celebre e più inquietante del film, quello legato alle Gradys Twins.

E non si può che finire nella Room 237, fonte degli spaventi maggiori ma anche delle lusinghe false. Anche qui Dorella accenna più che riempirci le orecchie di suoni, preferisce i movimenti serpeggianti ai, pur presenti, momenti roboanti.

Una suite elaborata in modo attento ai dettagli, quella che Bruno Dorella ha realizzato per la compagnia nanou: il film di Kubrick è uno spunto riletto con libertà e senza farsi condizionare troppo da un mostro sacro. Il discorso sonoro è invece inserito in una poetica libera e contemporanea, ricca di tensione ma anche liberatoria in qualche modo.

Genere musicale: soundtrack, ambient

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Pagina Instagram Bruno Dorella

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