Di Chiara Orsetti
Giusto a metà di Vol. 1, disco d’esordio di Dario Brunori, in arte Brunori Sas, uscito nel 2009 c’è Come stai, pubblicata anche come singolo e video (con la regia di Giacomo Triglia)
Banalità. Si rispondono sempre banalità quando qualcuno ci chiede “Come stai?”. E banalità ci aspettiamo, non siamo pronti ad accettare una vera risposta, una vera ammissione di tristezza, smarrimento, disagio.
Come stai?
È la frase d’esordio nel mondo che ho intorno
Tutto bene, ho una casa
E sto lavorando ogni giorno
Che cosa vuoi che dica? Di cosa vuoi che parli?
È il mutuo il pensiero peggiore del mondo che ho intorno
Tasso fisso, con l’Euribor c’è chi sta impazzendo da un anno
A tante, troppe persone ogni giorno chiediamo di non raccontarci come si sentono chiedendo loro come stanno. Eppure ogni tanto la sensazione di rispondere, spiazzando l’interlocutore, costringendolo a rimanere sul punto e a non proseguire la conversazione nel modo sperato, viene fuori.
Che cosa vuoi che scriva?
Di cosa vuoi che canti?
Naaaa-na-na-na
Di com’è facile andare quando non sai guidare
Naaaa-na-na-na
Di com’è triste il Natale senza mio padre
Viaggiare sempre in superficie è rassicurante, non smuove il fondale, non rivela quanto abbiamo cercato di insabbiare e mascherare. “Come stai”? “Che ha fatto l’Italia”? “Dove vai in ferie”?
Il calcio è la sola religione del mondo che ho intorno
Una pizza, una birra e poi andremo a ballare giù al mare
Rispondere a una domanda che viene dall’esterno comporta aver chiaro quello che è dentro. E se dentro il cambiamento comincia, anche rispondere “bene, grazie” non somiglierà più a una bugia.
Che cosa vuoi che dica? Di cosa vuoi che parli?
Naaaa-na-na-na
Di com’è grande il mare quando non sai nuotare
Naaaa-na-na-na
Di come navigare al rallentatore
Forse dentro me cambiano le cose
Forse dentro me cambiano le cose
Dentro al mio giardino nascono le rose