Calisto: “Calisto”, la recensione #ScouttraKs
Oggi si parla dei Calisto, band che si forma nel novembre 2014 in un garage di Palermo. Il gruppo è composto da Giorgio Catalano (batteria), Carlo Giuliano (chitarra), Alessio Librizzi (voce) e Francesco Mancuso (basso), tutti reduci da numerose esperienze nell’underground musicale siciliano.
Nel marzo 2015 al The Basement Studio (PA), dove registrano un ep omonimo, costituito da sette brani. La registrazione del disco viene curata da Luca IlRosso, il missaggio creativo da Enrico Piraino e dal gruppo, mentre il missaggio finale e il mastering viene realizzato da Salvo Cascio. Il progetto grafico del disco viene realizzato da Emilia D’Aguanno.
Calisto traccia per traccia
Si parte con Buio, che procede all’inizio in modo molto lento e ritmato, per poi riservare le proprie esplosioni alla seconda parte della canzone, ricordando in parte i modi degli Afterhours di qualche anno fa, con le chitarre in buona evidenza e la voce che si alza in progressione.
Raccordi gratta sul fondo con cattiveria, aumentando i giri del motore e la carica di aggressività, sottolineata con perizia dalla sezione ritmica. Si prosegue con Colore, che di nuovo basa buona parte della propria vitalità su voce e chitarra, rimestando acque torbide con una certa dose di coraggio.
Un’ora del mio tempo cammina su crinali molto minimalisti, alla ricerca di sensazioni crude ma non eccessive, come se si cercasse un punto d’equilibrio all’interno di un delirio crescente. Ovviamente senza trovarlo, come testimonia un finale leggermente alterato.
E dopo il rapido intermezzo di Ac, ecco gli accordi di Una negazione, ripetuti e sottilmente isterici, fino a un’uscita in superficie che in questo caso riporta alla mente i CSI di Linea Gotica, senza però perdere di vista la propria personalità. La batteria si mette sotto la luce in un finale tempestoso ma ordinato.
Si chiude con la chitarra piuttosto psichedelica di Quel che è, come se l’unica via di fuga dopo un ep spesso claustrofobico fosse una fuga dalle caratteristiche cosmico-lisergiche; ma sono idee che durano poco, visto che la sezione ritmica si incarica di riportare il brano sulla terra, pur seguendo il flusso di un discorso finale quasi progressive.
Sorprendente e molto intenso, l’ep dei Calisto lascia un retrogusto amaro ma eccellente, grazie a brani ispirati, centrati, con testi ben scritti e con una vitalità e una rabbia sana che lasciano il segno. Esordio davvero notevole.
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