Quando ti convocano per un’ultima chiamata, tendi a rispondere: in un’epoca in cui a ultimo tour di reunion segue altro tour di reunion e a fake news segue fake news si tende a non fidarsi di nessuno. Ma se non ti fidi dei CCCP, di chi ti puoi fidare?
Ecco perché siamo stati alla conferenza stampa di CCCP Ultima chiamata, l’annunciato ultimo tour, con annessa pubblicazione di audio e video del Gran Gala Punkettone andato in scena nell’ottobre del 2023 al Teatro Valli di Reggio Emilia: una celebrazione, un rito sciamanico finale della band meno probabile e forse più necessaria della storia del rock in Italia.
Giovanni Lindo Ferretti, Annarella Giudici, Massimo Zamboni e Danilo Fatur, fedelissimi ai propri personaggi, si sono presentati all’Arci Bellezza di Milano per parlare delle sette date del tour che li occuperà quest’estate, a partire dal Circo Massimo a Roma per terminare al Teatro antico di Taormina, in una botta di antichità per una band che era legatissima al contemporaneo ma che ora ci tiene a “fissare” il proprio tempo nell’eternità (più o meno). Ovviamente il discorso è tracimato qui e là, come era prevedibile.
Il mondo si sgretola
I quattro prendono parola in sequenza per esternare i propri pensieri sul nuovo tour: icastica Annarella, più razionale Zamboni, ironico e autoironico Fatur e torrenziale Ferretti, che apre il discorso rimembrando i tempi della prima formazione e paragonandoli a quelli presenti:
“Gli uomini sembravano non temere nulla, se non che il cielo cadesse. L’ira degli dèi? La punizione divina? Il nostro mondo è vecchio, ossessionato. Quante paure lo attanagliano. Abbiamo visto cadere il muro di Berlino. Sembrò la fine della storia. Doveva seguire il regno del libero, democratico progresso, ma fu vendetta della geografia e del meteo. Ricordate le primavere arabe? Il mondo si sgretola, rotola via. Succede, è successo, si sgretola via. Narcotico, frenetico, smanioso, eccitante, tutto si sta riposizionando e va di fretta”.
GLF ci tiene anche a rimembrare alcune delle tappe del risveglio della “cellula dormiente”: “Che fare? Indubbio il piacere di ritrovarsi vivi insieme. Che dire, nell’era democratica che volge al desio e si morde la gola tutto azzannando. Invecchiati noi e il mondo, ansie da collasso percepito imminente, astio social corroborante, intrattenimento, propaganda, guerra, guerra, guerra, online mondo visione, pornografia domestica come ultima frontiera dell’emancipazione. Anno Domini 2025, 21 marzo, Reggio Emilia, Teatro Balli, commiato”.
E poi le altre sette date “da rovine a rovine”.
Zamboni torna sulla fine dei CCCP prima versione: “Avevamo comunicato anche allora, il titolo era Mancanza d’aria. Ricapitoliamo appena un attimo, l’anno precedente c’era stata la strage di Piazza Tienanmen, erano caduti tutti gli imperi socialisti, ricordate, sembrava un gioco di tessere di domino che crollasse. Alla fine di quel 1990, era appena stato firmato il trattato di riunificazione tra le due Germanie.
In quei giorni era morto Pajetta, uno degli ultimi dirigenti storici del PC. I blocchi sembravano superati e il mondo sembrava avviato a una pace duratura. Ci ritroviamo oggi a Milano, sempre in un luogo non indifferente, un luogo di vita, un luogo non tecnico, si chiama Bellezza, questa è una società di mutuo soccorso, questo è l’ambiente perfetto per questa nostra chiusura.
Ci ritroviamo ancora, come 35 anni fa, con un comunicato scritto in mano, questa volta il titolo è Ultima Chiamata. Oggi portiamo a compimento, probabilmente siamo l’unico Stato socialista a averlo fatto, il nostro ultimo piano quinquennale. La cosa bizzarra è che tutto quello che è avvenuto in questi anni non è dovuto a una scelta strategica, progetti o programmi o chissà che, ma è il caso, è l’istinto che come sempre ha guidato le nostre scelte”.
C’è stupore anche per i molti ragazzi trovati sotto i palchi nel corso del tour precedente, anagraficamente troppo giovani per ricordarsi dell’epoca che fu.
Tocca a Fatur, che ha piacere a ricordare: “Io ho iniziato a far vedere il culo e non è cambiata molto la mia apparenza sul palco dei CCCP, ho arricchito negli anni attraverso la meccanica, cioè l’idea di portare sul palco gli attrezzi e i lavori dei lavoratori e dell’agricoltura, dall’uso del trattore alle cose della Fiat, le macchine, fino al Totem che ricordava gli indiani metropolitani, gli anni Settanta, tanti film d’avanguardia anche americani, in effetti è il massimo teatrale a cui io e Annarella, secondo me la punta dell’iceberg, siamo arrivati. Grazie ai CCCP ho potuto esporre la mia arte da stripteaser maschile, mi ricordo che erano tanti di Milano che mi chiamavano Jimmy Gelatina, perché facevo ballare il culo”.
Per finire è necessaria una cerimonia
Incominciano poi le domande dei colleghi, e a rispondere in prevalenza è Ferretti, sempre più irrefrenabile. Per esempio quando dice che questa è veramente l’ultima volta perché “La vita non dura che un istante, ha delle connotazioni anche fisiologiche. Io probabilmente di tutti noi sono stato il più sorpreso, perché sono stato l’ultimo ad arrivare, a essere risvegliato. Annarella e Zamboni hanno fatto molto lavoro prima del mio risveglio e del nostro risveglio.
Quando io penso che tutto è nato con Felicitazioni, una mostra, io ero profondamente convinto, ma assolutamente convinto, che fosse il nostro ultimo spettacolo. Trenta anni dopo, torno a un discorso di prima, Fatur era un bronzo di Riace. Quando ci siamo ritrovati era diventato un Buddha di giada, l’esatto contrario. Capace di sprigionare una poesia che con tutti i suoi muscoli e tutta la sua bellezza fisica, non era neanche lontanamente immaginabile trenta anni fa.
C’erano tanti motivi perché davvero i CCCP tornassero sul palco. Al teatro Valli noi abbiamo scoperto che i CCCP avevano ancora il loro pubblico e a Berlino il pubblico ha scoperto che i CCCP erano ancora vivi. Cioè è stato lo scazzo tra me e il pubblico che mi ha fatto pensare a Berlino che forse è una ragione per quanto difficilmente comprensibile perché noi tornassimo sul palco c’era.
Io ho detto di sì a Zannotti che aveva lavorato tutto l’inverno preparando una ipotetica tournée e io gli ho detto di sì, tu fai il tuo mestiere e vuoi fare i concerti dei CCCP, mettiti avanti, ma io non ho nessuna intenzione di salire di nuovo sul palco dei CCCP. Poi, trovarmi di fianco a Zamboni è stata una scarica elettrica”.
Ferretti prosegue nell’elegia dell’ascesa e della caduta del gruppo, intervallate anche da sue vicende personali.
“Comunque, mentre tutte queste cose stavano andando bene per conto loro, io ho avuto un infarto, ci siamo ritrovati all’ospedale e ho detto alle mie nipoti: fate in modo di dirlo a Zamboni in un modo ragionevole. Ma quando Zamboni ha saputo che io ero all’ospedale, ci è finito anche lui. Siamo vecchi, siamo invecchiati, io penso che siamo invecchiati bene, non mi toglierei neanche i miei anni, grazie a Dio, la mia vita è stata abbastanza soddisfacente, sono contentissimo, però le cose hanno una fine. Già questa riproposizione di certi concerti è stata quindi, da un punto di vista emotivo, semplice, perché in realtà tutte le persone che sono venute ai concerti, mi hanno detto vabbè ma in altro concerto lo rifarete, ci sarà un’altra storia.
Non ho mai detto di no perché tanto anche se dico no, la mia volontà è indifferente. E quindi c’erano motivi, però c’è anche, come dire, una questione di dignità propria di questi quattro esseri strepitosi che sono sul palco, cioè le cose devono finire. Però per finire, perché siamo un po’ complessi, necessitano di una cerimonia”.
Ferretti ha anche modo di dire che nel retropalco al Valli ha detto a Zamboni: “Comunque se muoio sul Parco è una figata, date forza a questo avvenimento. Zamboni mi ha guardato e mi ha detto: a morire sono tutti i buoni, il problema è risorgere”.
Comporre canzoni nuove
Zamboni spiega anche: “Come vedete, non abbiamo composto canzoni nuove ed è il nostro mestiere, compongo continuamente canzoni che non avrebbero senso per CCCP, perché non è una storia che va a rilanciarsi nel futuro, si fissa una volta per tutte in un tempo che comprende tutti i tempi, quello che è stato, quello che è e quello che sarà, perché ci saranno ancora i CCCP anche in nostra assenza”.
Ferretti conferma: “Sono passati quarant’anni, e io potrei mettermi a scrivere per CCCP qualcosa di più significativo rispetto a “Il mondo si sgretola, rotola via, succede, è successo, si sgretola via“? Il problema è che trenta anni fa noi assistevamo allo sgretolamento del comunismo, adesso voi accendete la televisione e assistete allo sgretolamento di tutto quello che dovrebbe essere il futuro dopo la fine del comunismo, e perché devo cambiare una parola? Certe canzoni di CCCP sono diventate preghiere, cioè io non cambio il Requiescat o il Gloria Pater, sono quelle lì. Noi ci siamo ritrovati, ovviamente, con un pubblico nuovo, che ci ha dato un’energia incredibile, però non dobbiamo conquistarlo aggiungendo qualcosa, possiamo consolarlo per il tempo che ci tocca”.
Si parlerà ancora, in fondo alla conferenza stampa, del rapporto tra il pubblico e i CCCP tra i quali c’è “un filo spinato”: il pubblico ha anche legittime aspirazioni, anche politiche ma, parole di Ferretti, se le deve anche tenere perché il gruppo non si è mai proposto come referente politico di nessuno.
E cionostante, si chiude con una tirata decisamente politica di Ferretti che, a domanda, risponde di non essere particolarmente sorpreso dalla guerra fra Russia e Ucraina: tanto per cominciare è sempre d’accordo con tutto quanto sostenuto dal direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. E inoltre ha iniziato a sospettare che sarebbe finita male quando c’è stato lo scisma fra chiesa ortodossa russa e chiesa ortodossa ucraina, un segnale sottovalutato da molti.
Uscite e pre-order
Il 28 marzo uscirà in audio e video lo spettacolo di parole e musica dei CCCP – Fedeli alla linea Gran Gala Punkettone (USM / Universal Music Italia). Sarà proiettato in anteprima nazionale il 21 marzo al Teatro Valli di Reggio Emilia alla presenza della band.
Biglietti per la serata del 21 marzo disponibili al seguente link: https://bit.ly/3F1VXR1.
Pre-order “Gran Gala Punkettone” disponibile al seguente link: https://cccp.lnk.to/grangala.
Il “Gran Gala Punkettone” andava in scena il 21 e 22 ottobre 2023: quasi trentaquattro anni dopo i loro ultimi concerti, i CCCP – Fedeli alla linea si ritrovavano sul palco del Teatro Valli di Reggio Emilia per festeggiare l’inaugurazione di FELICITAZIONI!, la mostra tenutasi ai Chiostri di San Pietro nel cuore della città emiliana e che registrò oltre 45mila visitatori.
Lo spettacolo di parole e musica di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur che ha visto la partecipazione sul palco anche di Daria Bignardi, Alba Solaro e Andrea Scanzi, con la regia di Fabio Cherstich, sarà reso disponibile in diversi formati: cd + dvd, lp + dvd, box cd + lp + dvd con booklet di 16 pagine con foto della serata.
Il Box Gran Gala Punkettone sarà disponibile anche in edizione speciale limitata e numerata con LP in vinile crystal in esclusiva sullo store online di Universal Music che darà la possibilità di incontrare la band al termine dello spettacolo di venerdì 21 marzo.
CCCP Ultima chiamata – il tour
30 giugno – ROMA – Circo Massimo
3 luglio – LEGNANO (MILANO) – Castello di Legnano
8 luglio – NAPOLI – Ex Base Nato
12 luglio – BARI – Fiera del Levante, nell’ambito del Locus Festival
18 luglio – PIAZZOLA SUL BRENTA (PADOVA) – Villa Contarini
24 luglio presso Piazzale Federico Fellini di RIMINI
30 luglio – TAORMINA – Teatro Antico di Taormina