Una prima parte di carriera al fianco di grandi nomi della musica italiana (fra cui Piero Pelù, con e senza Litfiba) e in gruppi come i Marla Singer, con la chitarra in mano. Poi Cosimo “Zanna” Zannelli ha deciso di mettersi al microfono, alla penna e ha fatto partire una carriera da solista, che registra un nuovo episodio con Ogni possibile imperfezione.
Un disco da cantautore, quale ormai Zanna è, più elettronico che elettrico, spesso alla ricerca di un senso ma anche con un approccio rapido e leggero, senza mai prendersi eccessivamente sul serio, nemmeno quando si riflette sulle cose ultime. Tra gli ospiti del disco: Luciano Galloni, Ale Loconte, Roberto Bassi, F. Sagona, Fry Moneti, Ronny Aglietti, Manuel Moscaritolo.
Cosimo “Zanna” Zannelli traccia per traccia
Una crescita graduale, portata avanti con delicatezza, quella che fa registrare Una danza. “Il dolore non può cancellare la nostra canzone”: il sentimento, forse anche ingenuo ma genuino, secondo cui la musica può aiutare a superare qualsiasi difficoltà è al centro di una canzone confortante.
Minore conforto e qualche contrarietà in più, anche in tono ironico, emergono in Transitorietà, che fa pensare un po’ a Battiato, per parlare degli “involucri” di cui ci prendiamo sempre troppo cura, trascurando il contenuto.
Si parla di anime anche in Dannate e salve, parziale citazione da De André, con però un passo e un suono che sa di synth pop e di una certa vivacità. C’è spazio anche per la chitarra in un brano dinamico e concentrato su immagini fotografiche.
Le luci si abbassano e parte Il circo delle pulci: anche qui si parla di fatti e questioni transitorie, sulle quali “piove”, riflettendo su tutte le idee, i progetti e le importantissime situazioni che hanno occupato la nostra mente, sparendo poi senza lasciare traccia in un batter d’occhio.
Una storia quasi cinematografica quella narrata da Il presidente, che racconta di origami e piccole magie, in una sorta di apologo pop. La vita così è un altro pezzo tra il riflessivo e il contemplativo, senza essere “fermo”: qualche riflessione in riva al mare, a raccogliere oggetti riportati dalle onde.
Sonorità particolarmente vivaci quelle che contraddistinguono Lo spazio che ci unisce: ancora synth pop a cercare più vicinanza che distanza, con un po’ di ottimismo di fondo.
Dove ricomincia tutto fa registrare una ripartenza, che contempla anche le difficoltà, ma senza perdere di vista gli obiettivi e i sogni. Le vibrazioni contraddistinguono un brano dal passo costante.
Si chiude con La semifinale, che parla di gare ma in senso per lo più metaforico: le vittorie e le sconfitte prendono un sapore dolce se lo sforzo è ripagato da un qualche tipo di soddisfazione.
Un percorso che si arricchisce a ogni passaggio, quello di “Zanna”, passando anche per singoli significativi (come In un verso, non contenuta nell’album ma uscita poco prima). Ogni possibile imperfezione conferma l’abilità ormai acclarata del cantautore toscano di coniugare testi particolarmente pensati e riflessivi con un’attitudine musicale leggera ma non banale, che rende piacevole anche la meditazione sulle questioni più importanti della vita.
Genere musicale: cantautore
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