Cosmo Sheldrake, “The Much Much How How and I” #TRAKSTRANGERS

cosmo sheldrake

Torna TRAKSTRANGERS e torna con Cosmo Sheldrake, cantante, compositore, produttore e compositore strumentale di 27 anni dal talento singolare, che ha debuttato con The Much Much How How and I (Transgressive Records).

The Much Mous How How and I è stato scritto sotto l’influenza di un gruppo eterogeneo di musicisti – da The Beatles e The Kinks a Moondog e Stravinsky – e modellato dallo studio di antropologia di Sheldrake all’Università del Sussex, dal suo interesse di lunga data in etnomusicologia e da un viaggio al Mardi Gras a New Orleans.

Prodotto da Cosmo Sheldrake e Matthew Herbert (Bjork, Mica Levi, London Sinfonietta) e registrato presso i Soup Studios e lo scantinato di Cosmo, l’album è disponibile su vinile in edizione limitata, cd e download qui.

Cosmo Sheldrake traccia per traccia

Si parte da un’altisonante e teatrale Linger Longer, che definisce lo stile, barocco ma, nel contempo e contradditoriamente, leggero di Cosmo Sheldrake. Minuetti e doppi fondi, scomparti segreti e maschere si coniugano con un’aria stranamente lieve.

Lo stesso discorso si potrebbe fare per la seguente Wriggle, che risulta anche più coinvolgente, un po’ più diretta, ma non meno ricca di particolari sonori cesellati di fino.

Passo più lento per Birth a Basket, e incedere più solenne. Ogni canzone è accompagnata da immagini che si palesano nella mente dell’ascoltatore e che spariscono, come in un gioco settecentesco di trompe l’oeil sonori.

Breve e curiosa anche Birthday Suit, sorta di inciso da film d’animazione d’altri tempi. Come Along ha una struttura che alterna e contrasta: alti e bassi, luce e ombra, piano e ora forte.

Si volteggia piano e ritmicamente sugli ampi ripensamenti di Solar Waltz, valzer lento e con cesellature di fiati. Mind of Rocks, con Bunty, sceglie la voce femminile in gruppo per variare un po’ il percorso e anche per offrire versanti quasi pop. Ma si torna subito a trucchi, alambicchi e anfratti con l’intermezzo Spring Bottom.

Egg and Soldiers prosegue sulla stessa falsariga, apertamente favolistica, ma anche con aperture orchestrali da soundtrack anni Cinquanta. Gli equilibri di Axolotl sono soprattuto vocali e corali, appoggiati su un ritmo molto compassato.

Con Pliocene il discorso si fa acquatico, anche se poi sulle leggerezze sonore si appoggiano ritmiche molto più appesantite. Linger a While fa girare monete e propone atmosfere mussorgskijane e stravinksijane.

Beetroot Kvass propone le ultime pennellate al quadro. Il disco chiude in un tripudio assoluto e molto rumoroso con la festa finale di Hocking.

Le influenze conclamate di Cosmo Sheldrake sono così varie e profonde da conferire spesso tridimensionalità al suo suono e alle sue canzoni. Più che un album, questo esordio è una suite teatrale in vari atti, senza per questo risultare pomposa o troppo pesante.

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