Darman è il nome d’arte del cantautore calabrese, trapiantato a Torino, Dario Mangiacasale. Inizia la sua carriera solista nel mondo dell’alternative rock italiano nel 2012, abbandonando il suo gruppo Acid Noise con cui ha vinto il premio Music Against Ndragheta e ha partecipato alle finali nazionali di festival come Festival-Pub Italia e MArte-live. Nel 2018 il videoclip del singolo “Chioma di Berenice” si guadagna la nomination ai festival internazionali di cinema Near Nazareth Festival 2017, Sarajevo Fashion Film Festival 2017 e Cefalù Film Festival 2018.

Necessità interiore è il terzo disco di Darman: composto da dieci brani scritti, prodotti e arrangiati dal cantautore, l’album si focalizza sui temi dell’amore puro, dell’integrità e dell’ispirazione artistica, dei ricordi più intimi e della sinestesia tra le arti.

Darman racconta che in questo disco ha voluto rappresentare un concetto scoperto nelle opere letterarie del pittore Vasilij Kandinskji: lo spirito artistico che nasce nel subconscio seguendo l’ispirazione piú pura.

Darman traccia per traccia

La traccia che apre il disco, Pubblicità riflesso, è una critica rivolta all’immagine rappresentata dalla vacuità dell’immagine di personaggi costruiti e negativi, le parole di rivolta sono accompagnati dal suono ribelle del rock nato dall’incontro tra chitarra elettrica e batteria. 

L’album continua con la canzone Viaggio miraggio in cui il protagonista assoluto è l’amore: Darmen racconta il percorso che una coppia si trova a intraprendere anche dentro l’anima dei due innamorati, affrontando anche i loro lati oscuri. Questo viaggio è accompagnato dalla musica rock resa a tratti dark grazie alla voce roca del cantautore.

Un assolo di batteria introduce la traccia numero tre, Splash, il cui testo racconta la storia d’amore tra un musicista e una pittrice. Le parole sono un gioco di unione che rappresenta il momento seduttivo tra i due amanti. La musica dona al quadro l’energia che fa vivere la storia come fosse un film.

I richiami al mondo della pittura sono presenti anche nella canzone Dora e Picasso, il cui testo è ispirato a Ritratto di Dora Maar: il cantautore immagina il momento della nascita di questa opera d’arte e la seduzione nata dall’incrocio di sguardi e mani tra il pittore e la protagonista del quadro. La chitarra e la batteria elogiano l’aspetto seducente della storia d’amore.

Un nuovo assolo di batteria si trova nell’intro della traccia numero cinque, Mayday, dove un rock malinconico racconta di come gli artisti non si ispirino più a creare canzoni per puro amore dell’arte ma si trovino a piegarsi alle mode del momento.

Più grintosa Ardhanarishvara, il cui focus è dedicato all’unione perfetta tra uomo e donna in tutte le sue sfumature, dal livello fisico a quello più intimo, fino a coinvolgere il sacro con metafore riguardanti la religione. 

Una chitarra che fa da padrona e una batteria in lontananza introducono la traccia Silenzi dimenticati, una ballad che ricorda di come l’umanità abbia perso la capacità di godere del silenzio ristoratore, rifugio essenziale per scoprire o riscoprire sé stessi.

Un rock piú inquieto accompagna la canzone Tangibile, le cui parole raccontano un ricordo lontano vissuto con le persone piú importanti della propria esistenza. Ricordi di infanzia, di una felicità ormai perduta assieme alla scomparsa di una persona cara, di cui rimane solo la testimonianza di una foto su un mobile.

L’introduzione alla penultima traccia del disco, Quotidianità distorta, presenta delle sonorità diverse dal resto dell’album. La musica si trasforma in una forma piú elettrica grazie al riff di chitarra più presente. Il testo vuole denunciare la figura della donna rappresentata nella società odierna, divisa tra l’immagine della figura femminile inclusa nel nucleo famigliare e la voglia di indipendenza che trova nella vita professionale.

L’album si chiude con la canzone Deformazioni assiali: dopo un’introduzione più pop, si sfocia in suoni più duri e puri a metà traccia. Questa canzone puramente strumentale è un viaggio psichedelico e ipnotico verso una percezione distorta e mutevole della soggettività della realtà.

Darman con questo album riesce a trasformare la musica come fosse una tavolozza, tra richiami alla pittura e testi di denuncia sociale, con uno sguardo alle origini ma la mente pronta ad accogliere i suoni del futuro.

Pagina Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi