Alti momenti di crisi è l’album di debutto dei Dejawood, fuori su tutte le piattaforme digitali per Pioggia Rossa Dischi. Il lavoro per la band di stanza a Roma segue i singoli Trenchtown, Uroboro e il più recente Simbolo. Un disco che contiene i primi due anni del progetto musicale, nato nel più complicato dei periodi, e qui rappresentato dalla focus track “Intrisi”, il primo brano, che racchiude in sé tutte le sonorità dell’album: analogiche ed elettroniche, il sound desertico e quello urban, un racconto di una notte all’eccesso, tra luci e ombre, in cui i momenti di lucidità si mescolano a percezioni incerte. 

Dejawood traccia per traccia

Breve ma piuttosto fervida di suoni e di significati, Intrisi apre il lavoro subito fitta e densissima, quasi a voler colpire l’ascoltatore fin dalle prime note.

Un’identità hip hop più precisa emerge da Uroboro, che viaggia da ragazzi uccisi per un paio di canne ai tagli di Fontana, alla ricerca di una rinascita che è anche un eterno ritorno.

Si balla un po’ sui ritmi di Trenchtown, con le percussioni e qualche suono che fanno pensare a influssi etnici, rimescolati però in una salsa molto urban e anche piuttosto abrasiva.

Le citazioni si affollano in Simbolo, che in realtà nasconde dentro di sé un brano ricco soprattutto di memorie e di nostalgie. Si diffonde in modo soffuso INSI, che però si concentra molto sull’attualità, e anche sul modo contemporaneo di diffondere le notizie, allargando poi ulteriormente lo sguardo.

La parte etno-latina si mostra ancora in Bobbi, che questa volta è piuttosto festosa, anche se non per questo la rabbia scompare del tutto.

Ho bisogno di più tempo si aggira in oscurità sonore che fanno da viatico a Dagherrotipo, brano di chiusura piuttosto sotterraneo e molto marcato nei ritmi, con qualche stilema dell’hip hop “antico”.

Progetto originale e ricco di personalità quello dei Dejawood, capace di coniugare istinti hip hop e urban con sonorità di varia estrazione, ma soprattutto con testi e contenuti pregni di significato. Non hanno paura di tirare qualche pugno, ma lo fanno come se fosse una nobile arte, non come una rissa da bar: non è roba per tutti.

Genere musicale: urban, hip hop

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