Esce Così speciale per Carosello Records, il nuovo album di inediti di Diodato. La crescita del cantautore pugliese prosegue, con un album di dieci tracce molto intenso.
Scritto, arrangiato e artisticamente diretto da Diodato, Così speciale è un album figlio della volontà di essere suonato soltanto da musicisti in carne e ossa ed è stato prodotto e mixato da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale e vincitore di un Grammy Award nel 2015, e masterizzato da Giovanni Versari. Le sessioni di registrazione che hanno portato alla sua nascita, che hanno compreso anche sezioni orchestrali, sono state realizzate spesso in presa diretta, senza ulteriori sovraincisioni.
Per vestire la copertina del suo quarto album di inediti Diodato si è affidato nuovamente a Paolo De Francesco, con cui aveva già collaborato per il precedente album Che vita meravigliosa, che ha realizzato un artwork liberamente ispirato a Flowers dell’artista giapponese Tetsumi Kudo, che Diodato aveva visto in occasione della Biennale d’arte di Venezia dello scorso anno.
Quei fiori erano così potenti, così evocativi, che sembravano racchiudere la proiezione dei desideri, delle paure, delle metamorfosi dell’animo umano. Erano ciò che cercavo da tempo per esprimere visivamente ciò che stavo registrando in quei mesi. Ho fotografato allora alcuni dettagli dell’opera e li ho mostrati a Paolo De Francesco pensando potessero essere quegli scatti stessi la cover del nuovo album. Lui mi ha chiesto del tempo per provare a ragionarci e qualche settimana dopo mi ha inviato quella che è diventata la cover. Pensavo avesse semplicemente rielaborato un mio scatto graficamente e invece ho poi scoperto che aveva creato due fiori di carta crespa, colorandoli con acquerelli liquidi e fotografandoli. Tutto l’artwork è composto da fotografie di dettagli della sua creazione”
Diodato traccia per traccia
Memorie di pandemia e situazioni di folla per Ci vorrebbe un miracolo, morbida e vagamente ironica, che apre il disco trasmettendo una sorta di spaesamento soffice. Siamo tutti calzini spaiati, ma convinti che siano gli altri quelli sbagliati: probabilmente la verità intima del pezzo sta tutta in questi concetti.
Pianoforte e solitudine (a mazzi) per Così speciale, title track particolarmente intima. “I giorni allegri sembrano così lontani“: anche qui i concetti legati al lockdown sono prevalenti, intersecando dolori personali.
Il pianoforte è presentissimo anche in Ormai non c’eri che tu, intessuta di nostalgie: si parla di spazi vuoti e la voce si alza, con qualche pizzico di soul che fa capolino nello stile, qui e là.
Si cambia ritmo e si alza nettamente il volume con Che casino, che riesce a movimentare e a rendersi molto dinamica anche sussurrando, con l’aiuto decisivo dei fiati.
Preoccupazioni materne e il ritorno di melodia e pianoforte riempiono Occhiali da sole, fatalista e piuttosto vasta nelle arie che occupa. Si inabissa in oscurità serpeggianti Buco nero, che occasionalmente si solleva dagli “abissi del dolore” grazie a una voce particolarmente aerea e versatile.
Si va di chitarra acustica con Ci dobbiamo incontrare, altro brano morbidissimo e questa volta irrorato di sonorità molto eteree e folk, salvo l’apertura finale, particolarmente avvolgente.
Crimini della mente e un’aria particolarmente drammatica è quella che si celebra in Se mi vuoi, con orchestra e accenni di canzone “antica”, mentre si parla di tutto ciò che passa e di ciò che farà male.
Più spensierata, ecco poi Lasciati andare, un invito a cercare l’amore a dispetto delle bastonate che solitamente lo accompagnano. Ritorna per un’ultima volta il pianoforte, per cantare il cielo di Roma con Vieni a ridere di me, congedo ancora una volta morbido ma coerente con il lavoro nel suo complesso.
Diodato sceglie la via di un album particolarmente melodico, adatto alle sue corde più intime, anche quando gli capita di alzare la voce. Il disco è ovviamente figlio dei periodi non particolarmente brillanti che stiamo vivendo tutti, come individui e come collettività.
Talento enorme ormai sbocciato del tutto, anche al di là dei premi e dei palcoscenici prestigiosi che si è andato a prendere, Diodato mette in piedi un disco “importante” e maturo, andando a sviscerare i concetti più cari, mettendo a punto scrittura ed esecuzione e centrando tutti i propri obiettivi.