Distilleria Sonora: intervista e recensione

Distilleria Sonora

Nati dalle ceneri dei Memento, i Distilleria Sonora hanno pubblicato il loro nuovo lavoro QuadrIttico, caratterizzato dalla scelta di un rock alternativo a volte ruvido e volte fantasioso. Li abbiamo intervistati

La vostra band ha un lungo vissuto alle spalle ma la forma attuale è recente. Su quali presupposti nascono i Distilleria Sonora?

I presupposti su cui ci fondiamo sono gli stessi che hanno accompagnato i Memento in tutti questi anni: diffondere il nostro modo di vedere il mondo attraverso la forma d’arte e di comunicazione che amiamo. I nostri testi rispecchiano la nostra percezione, che cambia e cresce con noi, la nostra musica è ciò che proviamo. Mente e cuore che si dimenano a inseguire perché. Rispetto a prima abbiamo consolidato un approccio e uno stile che sentiamo unici e nostri.

Il numero quattro è fondamentale per la band e per l’ep: quando e come avete deciso di chiamare “QuadrIttico” il vostro lavoro?

Il nome è arrivato quasi da sé, proposto da SteVa e condiviso subito. Quattro i componenti, quattro i brani, quattro le stagioni, i punti cardinali, gli elementi naturali ed è, per noi, il simbolo della completezza ritrovata. E poi c’è il gioco di parole associato alla copertina, per ricordarci che non è mai bene prendersi troppo sul serio. :)

Nella vostra musica si avvertono parecchie influenze. Quali sono i vostri capisaldi musicali?

Non abbiamo capisaldi, ma più profonda stima di un sacco di gente. Soprattutto -purtroppo- morta tristemente. Diciamo che ognuno di noi ha un suo “passato musicale” distinto: SteVa conserva sempre il suo animo grunge, Ale è passato dal metal ai musical portandoli ancora con sé, Dani è cresciuto con jazz e rap, e Vale abbraccia tutti nel suo rock più classico. Reputiamo un buon lavoro se nei nostri pezzi possiamo scorgere tutto questo, in armonia.

Come nasce “Guerriero”?

Guerriero nasce dall’avversione di Ale per il concetto di “tifo”, che annulla il libero arbitrio, incatenando le emozioni a battaglie e cause futili e distanti dalla realtà. Poi ci siamo accorti che il concetto può trascendere dalla mera fede sportiva, essendo applicabile a ogni campo in cui ci si possa identificare in una fazione. La musica è stata poi concepita a partire da una serata delirante di SteVa e Dani in Germania.

Che cosa si deve aspettare chi viene a vedervi dal vivo?

Per quanto la società stia tendendo tristemente all’omologazione, siamo pur sempre tutti individualità diverse. E’ una risposta un po’ paracula, ma significa che non badiamo alle aspettative degli altri, perché assolutamente soggettive. Possiamo centrare il cuore di alcuni, essere indifferenti ad altri, far vibrare alcune corde, stopparne altre… Possiamo dire cosa ci piacerebbe trasmettere: energia, introspezione, e voglia di migliorare e migliorarsi.

Distilleria Sonora traccia per traccia

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distilleria sonoraSi parte da Faccia, che si scopre presto essere congiuntivo del verbo fare, dal ritornello “Cosa vuoi che faccia”: il pezzo è un rock molto robusto e aggressivo, che presenta già alcune rudezze del carattere della band.

Più tortuosa E’ tempo di bit, che si occupa di attualità ma correndo intorno (e in tondo) con ritmi marcati e dei fiati piuttosto stranianti.

Guerriero è, per forza di cose, molto combattiva, con tratti molto crudi e con un drumming molto insistente.

L’ep si chiude con Circolo del tempo, che parte con calma, ma la sensazione è quella di una crescita rumorosa progressiva, che presto si realizza.

Ci sono tratti molto ruspanti nell’ep dei Distilleria Sonora, che hanno scelto un suono spesso “sporco” per accompagnare canzoni mai banali e scelte interessanti.

Genere: rock alternative

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