Feat. Esserelà, il potere del trio #ScouttraKs

10996114_10152979835951998_5481664429548417068_oUn trio che fa ProgRockJazzFusionFunkAcid: e poi dicono i generi non esistono più. Sono i Feat. Esserelà, curioso gruppo con curioso nome, che ha prodotto un disco, Tuorl, dall’altrettanto curioso titolo ma anche dalla notevole potenza di fuoco (qui la recensione). Ecco l’intervista.

Come nasce il vostro gruppo?

Il gruppo nasce fondamentalmente perché ci conosciamo da sempre e abbiamo iniziato a suonare insieme anche se in diversi gruppi inizialmente.

La storia è anche più lunga nel senso che io andavo a lezione di chitarra dalla mamma  del tastierista, mentre col batterista un volta l’ho portato in una saletta e gli ho detto di suonare la batteria e così ha iniziato per davvero!… Comunque volevamo fare un gruppo noi tre.

Io e il batterista avevamo buttato lì un paio di pezzi interessanti e poi abbiamo coinvolto il tastierista perché sapevamo che poteva gasarsi. Infatti si è gasato e via!

Inizialmente non volevamo neanche fare concerti ma suonare solo per noi. Poi a un festival mi avevano contattato per suonare con un altro gruppo che però non era disponibile, quindi abbiamo tentato con il trio e visto l’entusiasmo del pubblico abbiamo continuato a fare concerti

Il vostro album sembra figlio di un grande affiatamento ma anche di una certa libertà di improvvisare: quali sono state le modalità di lavorazione?

Tendenzialmente qualcuno porta un’idea e ci si lavora tutti quanti, come è giusto che sia e con tutti i lunghi dibattiti del caso. Quindi si lavora in sala prove, avendo la fortuna di provare a gratis in cantina possiamo perdere tempo per due ore su un ogni passaggio senza  problemi!

Parliamo dei titoli: ore di brainstorming o la prima cosa che vi viene in mente?

Generalmente i titoli si rifanno a esperienze di vita vissuta! Oppure per alcuni ci piace più dare un’idea “onomatopeica”. per una migliore comprensione puoi consultare qui: http://esserela.ilbello.com/media_music.html

Mi ha colpito in particolare “No”: come nasce il brano?

Il brano è una rapsodia, quindi nasce con il tentativo di fare una rapsodia appunto. contiene (perfino!) un breve citazione di Stefano Bollani nella parte finale

Dite di suonare “ProgRockJazzFusionFunkAcid”. Ma che cosa ascoltate per piacere personale?

La nostra grande ispirazione è la colonna sonora di Virtua Tennis! poi ascoltiamo varie cose, in particolare rock dai Led Zeppelin agli Area. Io sono un grande fan di Zappa e dei Mars Volta, il tastierista dei Gentle Giant e il batterista di Antonacci…

A quanto si legge, avete un certo gusto per i travestimenti durante i concerti (se ce l’avete anche nella vostra vita privata, non voglio saperlo). Che cosa si deve aspettare chi vi viene a vedere dal vivo?

Eh eh in realtà è capitato che ci travestissimo, ma non è proprio una peculiarità dei nostri concerti. Ora che mi ci fai pensare ultimamente non lo facciamo più… non so se sia un bene o un male.

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