Festival di Re Nudo 2025: il report della giornata di sabato

Festival di Re Nudo 2025 Tragic Carpet Ride

Alla Fabbrica del Vapore di Milano è andato in scena un nuovo atto delle Notti dell’Underground – Festival di Re Nudo: accanto alle esibizioni artistiche, alle presentazioni di libri e alle mostre la proposta musicale, curata da FindYourLive, si è confermata varia e di alto livello.

L’apertura è stata affidata a due cantautori: il pugliese, ma romano d’adozione, Raesta ha portato il suo bagaglio di canzoni in acustico, in un set gentile ma con svolte pop improvvise e testi sempre suggestivi. Dopo di lui in Loggia è stata la volta del viareggino Beca, che ha confermato le sue qualità che lo avvicinano al cantautorato indie. Giocando con la chitarra e con l’elettronica, l’artista toscano ha inserito in modo fluido citazioni di canzoni famose all’interno del suo repertorio, già di per sé molto interessante.

Tempo di una corsa sul piazzale ed ecco Alessandro AGA Antolini prendere possesso della vasta area con i suoni elettronici che hanno caratterizzato tutta la sua carriera artistica: linee fluide e ritmi alti nel tardo pomeriggio milanese assolato, per un approccio del tutto personale al pop e alla dance.

Si cambia scena drasticamente con Le Schiene di Schiele: la formazione torinese si presenta con suoni granitici, che pescano dal rock alternative per finire a una matrice punk e hard rock. La proposta della band è contraddistinta da testi intelligenti e provocatori, suoni ruvidi, un’energia a volte creativa a volte distruttiva e da una coerenza che non sembra scalfibile. La performance scuote l’uditorio e riceve applausi a scena aperta.

E’ poi la volta di Wild Bloom, il progetto musicale di Cristiano Pucci che si presenta in trio (voce e chitarra, basso e batteria) per un approccio molto internazionale e molto glam. L’ottima performance del musicista toscano mette in scena alcuni degli episodi migliori della sua carriera, cresciuta anche grazie a numerosi concerti tenuti nel corso degli anni che ha vissuto in Inghilterra. Un set che pesca dai suoni vintage ma grattando via la patina degli anni e rendendo il risultato sonoro molto fresco ma anche solido.

A chiudere la giornata c’è un’altra band torinese, i Tragic Carpet Ride. Nati come espansione del progetto personale del cantante Filippo Zimarro, si sono allargati presto a trio, per approdare ora a un quadratissimo quartetto, con due chitarre (anche se il nuovo acquisto suona anche le tastiere), basso e batteria. Tutto ciò che c’è tra il pop cantautorale e la psichedelia sembra poter ricadere sotto la pertinenza del giovane quintetto, che ha una spinta e un’originalità che non possono lasciare indifferenti.

Anche la loro proposta è assolutamente maiuscola, con una forza elettrica che si riverbera sul vastissimo piazzale e che lascia i presenti assolutamente entusiasti. Ed è sicuramente soltanto un preludio a quello che sarà, perché non è difficile pronosticare un avvenire assolutamente brillante per la band.

Oggi il Festival chiude i battenti con l’ultima giornata. Dal punto di vista musicale si opta per una chiusura tutta in acustico e dedicata al cantautorato: in cartellone a partire dalle 18.15 Isygold, Sue, Le rose e il deserto, Mike Orange e Zanna, prima dell’arrivederci all’anno prossimo.

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