Non siamo mica le star, con presumibile allusione a Vasco, è il nuovo album di Francesco Vannini, cantautore originario di Palermo.
Vannini inizia a studiare pianoforte da bambino ma poi si avvicina allo studio della chitarra da autodidatta, a cui aggiunge anche le armoniche e il mandolino. Il suo primo palco arriva alla fine del 2006 con la band Marcello e i Qualsiasi; quest’avventura si conclude nel 2011, dopo la pubblicazione dell’ep L’ultimo show registrato nel 2010.
Durante la sua carriera solista il cantautore siciliano conquista il secondo posto al Biella Festival con la sua canzone Bomboletta spray e vince la targa SIAE intitolata alla memoria di Sergio Endrigo per la più spiccata personalità artistica. Nel 2013 si posiziona secondo al “Premio pigro”, finale che raggiunge anche l’anno successivo.
Non siamo mica le star è il quarto lavoro del cantautore: composto da nove tracce legate da un filo rosso rappresentato dalla voglia di raccontare la società contemporanea partendo dall’ultimo scalino. I temi affrontati sono molteplici: da una visione distaccata e fredda della società attuale passando per le diverse sfumature dell’amore. Il sentimento che fatica ad arrivare alla fine, quello che vuole continuare in maniera ostinata nonostante il mondo che crolla.
Vannini traccia per traccia
Il viaggio nella sensibilità artistica del cantautore siciliano inizia con la canzone Iene: il testo si basa sugli elementi che accomunano gli uomini ai predatori. Prevale la voglia di vincere sull’altro, come iene che si cibano dei cadaveri delle loro prede. La musica che accompagna l’inno di critica sociale è piena di energia e trasmette voglia di ballare.
La seconda traccia del disco è anche la title track, Non siamo mica le star. Un’intro malinconica racconta la vita quotidiana delle persone comuni alle prese con semplici problemi di ogni giorno: il traffico dell’autostrada o la rottura dei collant nuovi per colpa della zip della borsetta. Questo racconto inizia con una musica triste per poi sfociare nel ritornello con uno spirito più rock.
Un assolo di batteria introduce la canzone Resta comodo il cui focus viene posto sul mondo dei social network. Il cantautore racconta come il mondo virtuale sia diventato uno sfogatoio per le persone, una catarsi per sentirsi un essere umano migliore. Il testo viene accompagnato da un sound pop.
La quarta traccia Canzoni dentro di me è la prima canzone del disco a trattare il tema dell’amore. Il cantautore siciliano si sfoga riguardo la difficoltà di esternare i propri sentimenti alla propria amata e alle persone a cui vogliamo bene. In questa canzone compare anche il suono della fisarmonica.
Il blues semielettrico, suonato con grancassa e basso, accompagna la canzone Cobalto, in cui si descrive con amarezza la situazione, distruggendo la superficie di serietà che nasconde i segreti della classe politica.
La sesta traccia Preghiera è una riflessione laica accompagnata da una chitarra acustica; nelle parole di questa richiesta a un essere superiore è presente la voglia di rimanere accanto alla propria anima gemella per sempre, di allontanarsi da tutto ciò che fa male e dedicarsi solo a ciò che muove il proprio mondo.
Un nuovo lato dell’amore viene affrontato nella canzone Lascia in pace il tempo: qui viene affrontato la fine di una relazione. I due ex amanti si ritrovano dopo la fine del sentimento che li legava, la canzone racconta la nostalgia dell’amore ormai perduto.
Il suono di pianoforte introduce la penultima traccia Qui ora, un elogio alla forza della musica, un viaggio nei ritmi e nell’influenza che le vibrazioni dei ritmi del mondo hanno su di noi e sul nostro modo di percepire la realtà.
L’ultima canzone Se sono bravi tutti è una ballad in cui viene difeso il concetto del “brutto” in un mondo in cui la bravura è alla portata di tutti, il solo modo per distinguersi è essere stolti in un mondo di furbacchioni.
