Giunta, “Prima Vera”: la recensione

Prima Vera è l’ep d’esordio di Giunta, in uscita oggi. Il titolo è un gioco di parole per spiegare come questa, appena trascorsa, primavera abbia rappresentato terreno fertile per la maturazione di Giunta. Un rinnovato approccio lo -fi alla musica d’autore, con una grinta funky.

Prima Vera affronta vari temi, riconducibili al già trattato amore, al rapporto con l’altro (presente nella prima metà dell’ep) e al rapporto con se stessi (nella seconda).

Giunta traccia per traccia

Si parte da Tenco, titolo importante per un brano molto moderato dal punto di vista delle sonorità, dal passo ragionato ma in cui il cantato raggiunge livelli alti di concitazione e impeto.

Tastiere e sottigliezze, prima che entri un drumming marcato, alimentano Per farci stare meglio, canzone che ha molti movimenti sotterranei e grandi attinenze con l’r&b di marca vintage.

Più immaginifiche le dinamiche iniziali di Game Boy, comunque alimentata da percussioni profonde, mentre la voce ondeggia un po’, quasi alla Mahmood, ma su panorami sonori molto più elettronici.

Il lavoro chiude con malinconia e movimenti di basso molto sguscianti: Sa di primavera è ricca di aspirazioni e già di rimpianti. Qualche eco e risonanza per un’uscita dal disco piuttosto oscura.

Giunta si fa portatore di un progetto interessante e con qualche spunto d’originalità, soprattutto nel contrasto, conciliato, tra ispirazioni soul e sonorità a volte fredde e sempre sintetiche. I testi sono di buon livello e meritevoli di attenzione. Incuriosisce vedere anche le possibili evoluzioni del discorso.

Genere: chill-out, r&b

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