Hell Spet Country Band, “Tales From Under The Bed”: la recensione

PrintLa Hell Spet Country Band torna, un po’ meno country e un poco più punk-rocker delirante, con un album zeppo di racconti. Il sound si fa più deciso, quasi la band volesse issare il suo stendardo – che l’immagine di copertina ben rappresenterebbe – a suggello di una carriera che dura ormai da quindici anni.

Tales From Under The Bed – quarto lavoro della formazione – è un album dai suoni ricchi, riempiti dalle storie di vita che hanno i colori chiaro-scuri della bellezza, strana e deforme, lunare e fantasmatica, lieve e leggera, a seconda di ciò che si nasconde “sotto il letto”, di ciò che la vita concede o si prende.

Il country punk si distorce nella psichedelia più cruenta e si condensa nei suoni folk e metallici della tradizionale musica medievale – dalle note rotonde e acustiche – per poi tuffarsi nel ritmo di un boogie psychobilly conturbante. Le atmosfere si sovrappongono in una scenografia che conta nove tracce inedite e una cover di Dock Boggs, Sugar Baby, riarrangiata in perfetto stile Hell Spet.

Se siete pronti ad attraversare un campo magnetico pericoloso e commovente, questo è il disco giusto.

Valeria Gerallini

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