Giusto prima di Natale, TRAKS ti regala altre cinque recensioni in breve: puoi aprire i pacchetti subito, leggendo e ascoltando cinque dischi che potresti esserti perso.

Andrea Fornari, “Home”

A due anni dal suo debutto Chemical Love, il polistrumentista e cantante torinese Andrea Fornari ha pubblicato il suo ep digitale Home, per l’etichetta Ghost Records. Cinque tracce in bilico tra diversi generi musicali, un moderno indie-folk con tratti elettronici,  accomunate da una eleganza di suoni che crea un’atmosfera in bilico tra nostalgia e speranza. L’autore ha composto i suoi pezzi nel periodo in cui ha lasciato l’Italia per trasferirsi in Lussemburgo, e ha sapientemente elaborato le sue sensazioni di cambiamento costruttivo confezionando un lavoro di buona fattura. Home è anche il titolo della prima traccia. Le note di chitarra, sapientemente unite all’elettronica, lasciano l’ascoltatore in sospeso nella dimensione creata da Fornari e scaldata dalla sua voce. Stormy water segue la scia del precedente brano, con un ritmo leggermente più veloce. 102 colpisce per il suo equilibrio, un pezzo intimo ma dal potenziale radiofonico indiscutibile. La chitarra, protagonista di tutti i brani, viene consacrata in Blinded. L’ultima traccia, Woman, è forse la meglio strutturata, ed esprime pienamente la vocalità di Fornari. Senza dubbio sentiremo ancora parlare di questo ragazzo, che con Home ha saputo creare un piccolo mondo, molto personale ma accessibile allo stesso tempo.

Chiara Orsetti

Soundeep, “The shades of all your eyes”

Si chiama The shades of all your eyes il nuovo lavoro del quintetto veronese Soundeep, pubblicato da Duff Records. Fin dal primo pezzo, Fields of discontent, sono evidenti gli istinti della band, portatrice di un rock robusto e veloce, che prende in prestito idee dal punk e dal metal. Si corre veloci anche in Gray days light, mentre pezzi come Alliance sembrano fatti apposta per scaricare una dose consistente di energia. Things I’ll never forget si riscopre più epica. L’ep chiude con Teardrops, potente cavalcata elettrica. Ecco: chi è in cerca di potenza ed elettricità, qui ne troverà in abbondanza.

Hollow lies, “Forte nei denti”

Il trio Hollow Lies ha pubblicato l’ep Forte nei denti, in cui il punk suonato in italiano del trio emerge con qualche sfaccettatura interessante. Il primo pezzo è Basta, che mette a fuoco una certa ironia ma anche un modo di suonare che avvicina la band alle band classiche del punk italiano. Il mio punk rock assomiglia a un manifesto, ma molto sui generis. Donna di gomma importa qualche sonorità dalla California. A proposito, ecco poi Vado in America, che rallenta e fa emergere qualche lato inaspettato. Perdonami torna a picchiare a tutta velocità seguendo buone linee ritmiche. Un lavoro interessante da parte di una band di buon talento.

 

Egeeo, “Egeeo”

Esce l’ep d’esordio di Egeeo, band nata nel 2016 dopo lo scioglimento dei Khloe, con un sound rimanda alla new wave di matrice britannica con sfumature dream pop e cantato in italiano. Alessandro Cavarra e Cristiano Tonnicchi mettono in pista cinque canzoni, a partire da La grande guerra, che introduce a un sound al contempo morbido e determinato. I profili sognanti prendono forme anche più sfumate in pezzi come F, con qualche impronta shoegaze pronta a emergere. La quiete, al contrario, si sposta in prossimità di versanti new/dark wave. Costruzioni sognanti sono anche quelle che caratterizzano Mai, mentre l’ep chiude con Oceani, in cui il drumming recita una parte importante. Piace il discorso sonoro del duo e la struttura ritmica di paesaggi cangianti.

Windshades, “Crucified Dreams”

Tre pezzi e un ep per gli Windshades, band fondata nel 2015 dalla cantante Chiara Manzoli e dal batterista Carlo Bergamaschi, che hanno poi reclutato i due chitarristi Matteo Usberti e Riccardo Soresina e il bassista Andrea Bissolati. Nei tre pezzi dell’ep emergono le inclinazioni verso il metal sinfonico del quintetto, originario di Viadana, in provincia di Mantova. Pezzi come Resurrection mettono in luce il tessuto ruvido delle sonorità, che forniscono un contrasto particolare con la voce quasi lirica di Chiara Manzoli. Nell’ep confluiscono influenze che attraversano tutto l’arco costituzionale del metal. Il sound non sembra proprio à la page, ma risulteranno convincenti soprattutto per gli appassionati del genere di riferimento.

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