Gli Indianizer annunciano l’uscita di un nuovo album. Anticipato dal singolo Horoscopic (Saturn Returns) rilasciato a giugno, il nuovo lavoro verrà pubblicato il 18 ottobre per Edison Box Records. Mischiando rock psichedelico, ritmi sudamericani e mood africano, gli Indianizer creano da sempre un tipo di world music definita da loro stessi “psych-tropical-beat”, e lungo queste coordinate si muoverà anche il terzo attesissimo album della band.
Nadir è lo step conclusivo di una trilogia spontanea e non dichiarata.
Se il primo album Neon Hawaii (2015) raccontava un viaggio alla ricerca di un posto nascosto sotto il sole e il secondo Zenith (2018) voleva inseguire la luce attraverso l’oscurità, Nadir investiga dentro misteri irrisolti e verità mai rivelate. In quanto l’esatto opposto di Zenith, Nadir è stato composto in maniera simmetrica.
Visioni oscure e atmosfere malinconiche permeano l’intero album: Cleopatra, un’irraggiungibile e immaginaria regina dei sogni, scimmie e sfingi che danzano sulla luna, trappole in fondo a un buco profondo, cieli che cadono e la Terra che brucia.
I ritmi del mondo sono ancora il fulcro, anche se Nadir abbraccia maggiormente la disco music del Medio Oriente. Il suono più crudo rispetto a Zenith è il risultato di un delicato equilibrio fra prese dirette registrate su nastro e overdubs effettuati in digitale.
Nadir è un album pensato per i concerti dal vivo e nato proprio a bordo dei dancefloors. Parole e canzoni sono state sputate fuori, di getto, battezzate durante i numerosi concerti in giro per l’Europa. Infatti sono state utilizzate tre lingue: inglese, spagnolo e creolo, alcune volte mischiate fra loro per creare un nuovo spazio linguistico.
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