Si chiama Se non mi tengo volo il secondo e nuovo album de I Carnival (qui la recensione di TraKs), un album ricco di sensazioni indie rock e di buone energie. Abbiamo intervistato la band.

C’è stata una certa svolta nel suono della band dopo “Superstellar”: qualcosa di spontaneo o l’avete cercata consapevolmente?

Rispetto a ‘Superstellar’ c’è stata effettivamente una svolta a nostro avviso radicale nel sound. Crediamo (anzi, siamo sicuri) che questo derivi principalmente dal diverso approccio compositivo dei due dischi: Se non mi tengo volo nasce infatti da lunghe sessioni di jam session e da altrettanto lunghe sessioni d’ascolto (noi registriamo sempre ogni idea). E questo non poteva che incidere (tanto) sulle strutture, sui suoni, sulle idee.

Il disco suona molto compatto e omogeneo. Quali sono state le vostre sensazioni e l’atmosfera della lavorazione del disco?

Il suono compatto ed omogeneo riflette probabilmente un po’ quello che cerchiamo di essere come band e le modalità con cui abbiamo approcciato a questo secondo lavoro. Abbiamo cercato infatti di creare qualcosa di spontaneo, qualcosa che potesse esaltare soprattutto la nostra voglia di fare musica rock senza troppi fronzoli.

Come nasce “Furia Fuggitiva”?

Furia Fuggitiva è forse il primo pezzo che abbiamo scritto per questo nuovo disco. Anche questo nasce da un’improvvisazione alla quale abbiamo cercato di dare, in seguito, una “forma”. Il testo e la linea vocale li abbiamo incastrati in un momento successivo.

I Carnival: rock vecchio stile

Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?

La nostra è una classica formazione rock vecchio stile: batteria, basso, due chitarre elettriche e voce. Ecco cosa abbiamo usato:

  1. Basso: Fender Jazz 70’s Classic; Hofner Bass HI-SERIES;
  2. Chitarre: Gibson Les Paul Custom 68 Reissue; Fender Telecaster e Epiphone Casino “Jhon Lennon”;
  3. Pedali/Effetti: Ibanez TS808, Boss DS1, Big Muff Electro Harmonix, Fulltone Ultimate Octave, Fulltone Dejavibe, Electro Harmonix Pulsar Tremolo, Electro Harmonix POG Octaver, Electro Harmonix Memory Man Deluxe, Danelectro Reel ECHO, Boss DD3 Delay. Probabilmente ci stiamo dimenticando qualcosa.
  4. Batterie: Ddrum All Maple e Tama Starclassic.
  5. Organetto: Elka Organ X50

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?

Noi nella vita, oltre che suonare, lavoriamo per un’etichetta discografica indipendente (che abbiamo anche fondato); come potete immaginare nel nostro cammino abbiamo quindi incontrato e conosciuto un sacco di gruppi indipendenti e ascoltato veramente tanta musica sconosciuta ai più.

Sarebbe qui impossibile fare un elenco dettagliato e ci limiteremo quindi solo ad indicare quelli che (per un motivo o per l’altro) ci hanno influenzato (in studio o nei live): ‘Eugenio in via di gioia’, ‘Etruschi From Lakota’, ‘Sica’, ‘La Iena’ e tutte le altre band de La Clinica Dischi. Consigliamo vivamente l’ascolto!

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