Si chiama Elettroscopia (Cosecomuni/Zimbalam) il disco d’esordio della band torinese Fase39. La band, nata soltanto l’anno scorso, vede il proprio disco prodotto da Alessandro Sgreccia e da Federico Coderoni presso Cosecomuni.
Fase39 traccia per traccia
Il disco si apre con il pianoforte dell’incipit de L’Equilibrio dell’anima: introduzione fuorviante perché presto si cambia ritmo e la cadenza si fa martellante, con un sound da dancefloor, che alterna momenti molto intensi a rallentamenti.
Lode agli amanti procede a velocità altissime e ribadisce i ritmi dance (salvo qualche piccola pausa), mettendo in campo dosi di rumore anche più accentuate rispetto alla prima traccia.
Il ritmo rallenta con Elettroscopia, la title track, che mette in evidenza un buon battito e un’architettura di basso piuttosto robusta. Il Mondo a metà sembra essere uscita definitivamente dalla dorata gabbia dance delle prime tracce, anche se i ritmi rimangono mossi e marcati e l’elettronica piuttosto smaccata.
Si arriva a metà album con Torino Magica, primo singolo dalle sensazioni piuttosto forti, con un buon groove e con elementi semplici ben coniugati. La risposta che vorrai inizia su toni piuttosto inquieti, e cresce all’interno di una struttura ricca di pathos.
Big Man mette in rilievo ancora una volta un ottimo groove di basso, in questo caso ben spalleggiato dalla chitarra. Toni più moderati e ritmi più lenti ne L’autore sei tu, che mette fianco a fianco synth ed elettricità. Molto melodica Abisso fra di noi, mentre si chiude con Apocalittica, che chiude il disco con un altro pezzo molto ritmato.
La qualità di scrittura, soprattutto dei testi, non è sempre altissima, tuttavia la prima esperienza dei Fase39 è piuttosto positiva, anche per la capacità di mescolare ritmi e generi, in modo molto attuale.